Ogni servizio, come ogni sport o gioco, deve avere un obiettivo da realizzare. Ma, per realizzarlo, occorre creare le situazioni e le condizioni più idonee, compiendo le scelte giuste ed opportune. Altrimenti finiremmo soltanto con il disperdere le nostre forze e con il mancare l'obiettivo. Un simpatico e mirato paragone con una partita di calcio ci guida ad una proficua riflessione.
 

Motivati verso la mèta

Forse non siamo tutte sportive e non perdiamo il sonno e la ragione per un pallone e una manciata di giocatori che gli corrono dietro. Ma "FARE GOL" significa raggiungere qualcosa di molto impegnativo, difficile ed estremamente appagante.
Per fare gol si deve lavorare, sudare, correre, organizzare, pianificare e ... crederci.
È fondamentale essere motivati e desiderare ardentemente raggiungere la mèta.
Noi come figlie di Dio vogliamo fare gol. Ogni giorno vogliamo dare il meglio di noi stessi per raggiungere le mète che Dio, nostro Padre, ci ha messo davanti.
Ecco qualche dritta per riuscirci!

Passo numero uno:

GIOCARE IN SQUADRA

Raramente riusciamo a fare gol da soli. Abbiamo bisogno degli altri. Dio, nella sua infinita saggezza, ha deciso che i suoi figli e le sue figlie devono lavorare insieme.
Egli ha messo ognuno di noi come elemento importante nella struttura di una famiglia. La Bibbia parla di questa famiglia come di un edificio, con tante pietre che si reggono a vicenda e sono tutte ben radicate sul fondamento solido di Gesù Cristo, la nostra pietra angolare.
Quindi l'armonia e l'intesa nel nostro gruppo di lavoro è davvero cruciale. Dio vuole che i suoi figli siano uniti, vivano in armonia d'intenti e lottino insieme, non da soli.

In una squadra di calcio tutti lottano per la stessa cosa, fare gol, ma non tutti fanno le stesse cose. C'è chi attacca, chi difende, chi para e chi "spara".
Essere uniti non significa fare tutti la stessa cosa. Significa invece avere in mente tutti quanti l'obiettivo e lavorarci insieme per raggiungerlo. Questo implica anche una preparazione individuale.
Per essere competitiva, una squadra deve poter disporre di singoli giocatori ben allenati. Un solo pigrone o indisciplinato può definitivamente compromettere la vittoria di tutto un gruppo.
 
Noi siamo una squadra.
Abbiamo compiti differenti, viviamo situazioni differenti, incontriamo persone differenti, abbiamo capacità differenti ma ... abbiamo la stessa mèta: fare gol, "segnare" per il nostro Padre celeste e far vedere al mondo intero la nostra bandiera, quella della grazia, dell'amore e della misericordia di Dio.
Il nostro impegno unito è una bellissima pubblicità per il regno dei cieli!
Dio ci ha creati per lo scopo di onorare lui e di tenere alta la sua bandiera. Tutti insieme. Uniti.
"Ecco, quanto è buono e quanto è piacevole che i fratelli dimorino insieme nell'unità!" (Salmo 133:1).
 

Passo numero due: DARE IL MEGLIO DI SÉ

Ho letto da poco la storiella di una donna statunitense che è meglio non prendere come esempio.
Alla vigilia del giorno del ringraziamento (durante il quale si mangia notoriamente il tacchino ripieno) questa donna telefona al numero verde di una catena di distribuzione per tacchini per avere un informazione. Ha trovato nel suo surgelatore un tacchino dimenticato e congelato ben 23 anni prima. Ora vorrebbe sapere se può ancora mangiarlo oppure no. L'esperto le dice che non c'è problema a livello di salute ma che sicuramente questo tacchino ibernato da decenni non sarà più buono e gustoso da mangiare. "Ah, va bene - dice la donna - allora lo regalo alla chiesa."
Questo, ovviamente, non è dare il meglio! Questo è dare lo scarto, quello che non mi serve più, che non posso più usare e che mi è d'impiccio. Queste cose non le dobbiamo più dare a nessuno, le dobbiamo gettare. Non potremo mai vantarci di aver dato qualcosa di rovinato, di guasto e di brutto.
 
La storia della donna e il suo tacchino ci fa sorridere, scuotere la testa e dire "ts, ts ts!" Noi siamo infinitamente superiori ad atteggiamenti come questi! Anche Israele pensava di essere infinitamente superiore a tutti gli altri popoli eppure offriva animali ciechi e zoppi all'Eterno e si meravigliava che il Dio dell'universo non saltasse di gioia e non benedicesse queste offerte così generose! (vedi Malachia 1:6-14).
 
Siamo progrediti tantissimo, ma il cuore dell'uomo è rimasto esattamente uguale a quello di Adamo. E non ci nascondiamo dietro un dito: il problema del dare è anche il nostro!
Per fare gol dobbiamo dare il meglio di noi.
Punto.
Non esistono scorciatoie.
Se in una squadra lavoriamo tutti in modo mediocre, non è difficile indovinare il risultato. Mediocre!
Tante volte diamo il meglio di noi, ma purtroppo non a Dio. Lo diamo nel nostro lavoro, per la nostra carriera, nella nostra famiglia, per i nostri figli. A Dio rimane solo lo scarto; lo scarto del nostro tempo, lo scarto delle nostre energie, lo scarto del nostro denaro, lo scarto del nostro amore.
Che cosa do io a Dio?
Qualcosa di meno del meglio?
Allora non basta!
"Non offrirò all'Eterno, il mio Dio, olocausti che non mi costino nulla" (2 Samuele 24:24).
 

Passo numero tre: ALIMENTARSI IN MODO CORRETTO

Ah, il cibo! Punto dolente. Purtroppo sappiamo tutti che chi vuol essere in forma deve mangiare in maniera equilibrata e moderata.
Ora l'equilibrio e la moderazione non sono esattamente i tratti che contraddistinguono l'odierna società! In nessun campo, men che meno a tavola.
Mettiamo a parte per un po' la nostra alimentazione fisica e concentriamoci invece sulla nostra dieta spirituale. Per essere in forma spiritualmente dobbiamo mangiare le cose giuste. Non possiamo "ingurgitare" spazzatura e poi meravigliarci di non avere forza e non saper giocare per vincere.
È ovvio che tanto cibo mentale che ci viene offerto ogni giorno dai mass media (films, libri, computer, TV, ecc.) non è nutriente per un figlio di Dio. Come non possiamo mangiare ogni giorno hamburger e patatine senza che ci venga un colpo prima o poi, così non è possibile riempire la nostra mente e i pensieri di cose futili e dannose. Le calorie vuote, senza nessun valore nutritivo fanno male al nostro corpo ma anche al nostro spirito!

Il vero cibo per noi è ogni parola che il nostro Padre celeste ci dà.
La Bibbia è il nostro alimento per eccellenza. Ma anche qui possiamo pasticciare. Anche con la Bibbia possiamo scegliere di cibarci solo di budini, antipasti e dolcetti e lasciare da parte tutti i cibi impegnativi da digerire. Se scelgo sempre di leggere solo alcuni salmi e i brani che mi piacciono di più e che fanno bene al mio cuore, ho ridotto notevolmente la mia dieta e cado nell'anoressia spirituale.
 
Dio però ci ha dato tutta la Bibbia, un alimento completo, e ci chiede di mangiare, di masticare e di digerire tutto il suo contenuto, non solo quello che ci piace e che non ci turba il sonno.
Per raggiungere le mète divine, per "giocare" con efficacia e perseveranza, devo avere la forza della Parola di Dio. Solo lì posso trovare le regole del gioco e fare un gol che non sia annullato. Posso fare la volontà del mio Padre solo se la conosco.
"Guida i miei passi nella Tua parola e non lasciare che nessun peccato mi domini" (Salmo 119:133).
 

Passo numero quattro: CORREGGERE I DIFETTI DI VISTA

Vedere bene è fondamentale quando si vuole fare gol! Quando vedo doppio e sfocato sarà molto difficile centrare il bersaglio. Mentre è abbastanza facile correggere i difetti della nostra vista andando dall'oculista e comprando poi gli occhiali adatti, diventa più complicato quando si tratta della nostra vista spirituale.
Purtroppo le figlie ed i figli di Dio spesso soffrono di gravi malattie ai loro occhi spirituali.
Possono essere miopi, cioè vedere solo le cose da vicino e perdere completamente la visione delle cose a media e lunga distanza. Quando ci fissiamo solo sulle nostre cosine, sul nostro mondo piccolo, sulla nostra famigliola, sulle nostre preoccupazioni, allora siamo miopi. Non vediamo al di là del nostro naso.
Ma che se ne fa Dio di una squadra di giocatori miopi?
Segneranno mai? Ma se non vedono neanche il pallone!
Qui ci vuole un bel paio di occhiali che soltanto Dio ci può dare.
La correzione della nostra miopia avviene attraverso la Parola di Dio, la stretta comunione con lui e l'opera dello Spirito Santo, se lo lasciamo agire liberamente nella nostra vita. Questa cura va bene per tutti i difetti di vista, è universale e funziona per tutti i figli di Dio.
Garantito!
 
Un altro difetto è la vista doppia, lo strabismo. Fastidiosa ma confortante quando non vogliamo avere una sola opzione di vista. Così ci accontentiamo di vedere male ma abbiamo sempre due scelte. Inutile dire che una persona con la vista doppia non sarà un gran compagno di squadra! Manderà fuori campo il pallone e non saprà mai dove si trova esattamente la porta. Quando siamo strabici e ci rivolgiamo all'oculista, lui sicuramente ci coprirà un occhio.
Meglio avere un occhio solo che vede che averne due che fanno confusione tra loro!
Essere strabici spiritualmente significa vedere (o voler vedere) sempre due cose. Ma Dio vuole che i suoi figli abbiano una vista chiara e precisa e sincronizzata. Niente opzioni o incertezze. Se soffriamo di vista doppia, lasciamoci coprire l'occhio difettoso dal nostro Oculista perfetto che ci vuole ridare una vista eccellente.
Ci sono tanti altri difetti di vista spirituali, correggibili tutti con la stessa ricetta: Spirito Santo, Parola di Dio e preghiera.
 
Qualcuno ha paragonato il nostro cammino di vita ad una passeggiata in montagna. Alcuni guardano solo sui sassi, sulle radici che fanno inciampare. Si fissano sulle ripide salite e sulle discese sdrucciolevoli e pensano con invidia ad altri che hanno un cammino più semplice, più bello, meno impegnativo. Altri invece vedono sì le difficoltà ma guardano anche i fiori sul ciglio del sentiero, gli animali e il cielo sopra di loro; si rallegrano del vento, dei raggi di sole e della compagnia di altri viaggiatori di cui godono la compagnia con riconoscenza.
Quante cose dipendono dal nostro modo di vedere!!
Facciamoci correggere i nostri difetti visivi e riusciremo a fare gol insieme alla nostra squadra!
"Perciò io ti consiglio di comprare da Me ... del collirio per ungerti gli occhi e vedere" (Apocalisse 3:1).
 

Passo numero cinque: PRENDERE BENE LA MIRA E ... TIRARE!

Quando si è in armonia con la squadra, desiderosi di dare il meglio di sé, bene allenati e in forma, con la vista chiara e precisa, rimane solo da concentrarsi sulla mèta e tirare in porta. Sembra facile ma anche qui ci possiamo inceppare per due motivi.
Per prima cosa dobbiamo avere chiara la nostra mèta.
Qual è lo scopo del mio gioco, della mia vita?
Per che cosa mi sto affaticando, corro e lotto?
Sembra assurdo ma nella vita troviamo tanti giocatori che non hanno idea né per chi né per cosa giocano. Per le figlie ed i figli di Dio naturalmente non è così.
Sappiamo che la nostra squadra è quella del nostro Padre celeste e la nostra mèta è dare onore e gloria a Lui. La nostra bandiera è quella divina. Lo sappiamo ma tante volte tra corse, affanni, cadute, distorsioni, falli e ammonizioni anche noi possiamo cadere in una lieve amnesia e non ricordarci più con esattezza la nostra meta.
 
Allora è bene ricorrere sempre al Manuale del giocatore per Dio e sintonizzarci perfettamente con il nostro grande Allenatore, Arbitro e Giudice di gara.
Prendere bene la mira è un compito di tutti i nati di nuovo, non solo degli attaccanti!
Tutti possiamo e dobbiamo fare gol per Dio e la nostra squadra!
La seconda difficoltà è tirare.
Già, a che serve arrivare sotto la porta, la palla al piede e poi non avere il coraggio di tirare perché frenati da mille dubbi e incertezze?
"Ma se poi sbaglio? Forse è meglio che tiri qualcun altro. Non sono all'altezza di questo compito, meglio lasciar perdere. Troppi avversari intorno a me, ho paura! Quale gamba uso? La destra o la sinistra? Che cosa vuole Dio da me in questa situazione? Aiuto! Non so cosa fare!".
Tutto questo suona ridicolo?
Forse lo è ma non è così che ci comportiamo a volte quando siamo davanti "alla porta"?
E tiriamo questa palla!
Non possiamo essere eternamente indecisi e timorosi.
Forse qualche volta sbaglieremo davvero ma se non tiriamo mai sbaglieremo sempre!
"Perché Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza ma di forza, di amore e di disciplina" (2 Timoteo 1:7).

Con questi cinque passi saremo competitivi!
Impegniamoci ad essere giocatori leali, in forma, ben disposti e ben motivati e non dimentichiamo che la partita della nostra vita non può essere ripetuta e non conosce tempi supplementari.
Quello che c'è da fare lo dobbiamo fare ORA.
Insieme al nostro Dio e alla nostra squadra.
Insieme vogliamo esultare al fischio finale e gioire dei tanti gol fatti per la Sua gloria!!
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Inviato da alex il

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