Una verità scontata, ma da vivere e testimoniare.
È stato Dio a creare i cieli e la terra ed il creato nel quale viviamo appartiene a lui. Dal momento che noi siamo parte di questo creato e, contemporaneamente, ne godiamo i doni e le risorse, dobbiamo avere ben presenti le conseguenze di questa realtà nella nostra vita di ogni giorno. Gli uomini che negano l’esistenza di un Dio creatore, incoraggiati da gran parte della cosidetta “cultura” moderna, conoscono conseguenze etiche ed esistenziali purtroppo determinanti per la loro vita, per il loro cammino.

Dio è il creatore: la certezza a cui ritornare quotidianamente.


Sulle prime parole della Scrittura “Nel principio Dio creò i cieli e la terra” (Ge 1:1) si fonda tutta la rivelazione biblica di Dio per l’uomo. La prima realtà unica e straordinaria, troppe volte purtroppo data per scontata e dimenticata, davanti alla quale il Signore pone colui che si accosta alla sua Parola, è questa: Dio è il creatore dei cieli e della terra. È quindi necessario per ogni figlio di Dio tornare a considerare attentamente e quotidianamente questa verità in quanto legate ad essa vi sono numerose applicazioni per la nostra vita estremamente utili per affrontare situazioni e circostanze che siamo chiamati a vivere durante il corso del nostro cammino terreno.

La consapevolezza sempre maggiore che stiamo servendo il Dio creatore, è la chiave per cambiare il nostro “punto di vista” davanti a molti limiti ed ostacoli spesso etichettati da noi come invalicabili e insuperabili, ma che se riconsiderati alla luce del fatto che Dio è il creatore, assumono una dimensione ben diversa e diventano valicabili e superabili. Il risultato, è quello di un cammino più spedito nel nostro percorso di crescita e di servizio con il Signore.

Inoltre, è importante ritornare quotidianamente a considerare che Dio è il creatore, in quanto, come ben sappiamo e sentiamo, nel mondo in cui viviamo viene facilmente e frequentemente affermato che Dio non è il creatore. Spesso, anche noi, pur non rinnegando la certezza che Dio è il creatore potremmo comunque perdere di vista questa meravigliosa realtà, anche perché annebbiati dal modo di pensare opposto del mondo, con la conseguenza che pur sapendo che Dio è il creatore non ne abbiamo sempre quella piena e totale consapevolezza che può portare grandi cambiamenti nella nostra vita. Siamo chiamati, nonostante le voci contrarie e ingannevoli del mondo in cui viviamo, a ritornare alla verità della Parola di Dio che ci presenta il Dio creatore dei cieli e della terra.

A questa verità siamo chiamati ad essere attaccati per non perderla mai di vista: in questo modo potremo attingere ad essa per riscoprire che cosa significa veramente che il nostro Dio è colui che nel principio creò i cieli e la terra. Ci sono stati uomini di cui la Parola di Dio ci parla che, proprio ritornando a questa certezza e attingendo profondamente ad essa, ne hanno tratto per la loro vita un grande beneficio. Anche noi siamo chiamati a seguire il loro esempio.

Dio è il creatore: la certezza su cui è fondata la nostra vita.

Il libro della Genesi, scritto da Mosè e divinamente ispirato, inizia proprio con le parole “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”. Il popolo di Israele, il primo destinatario storico di questo libro, nel corso di esso avrebbe letto anche dell’origine della propria nazione, ma prima ancora come fondamento basilare di ogni altro origine e principio, avrebbe letto dell’origine e del principio per eccellenza: Dio creatore dei cieli e della terra. Il popolo di Israele quindi, avrebbe visto scritto che prima di mettersi da parte una nazione, Dio ha creato i cieli e la terra, questo avrebbe dovuto fare la differenza nella vita del popolo in quanto sapevano che colui che li aveva chiamati ad essere la sua proprietà particolare era lo stesso che “Nel principio..creò i cieli e la terra”. Era quindi sul Dio creatore che potevano contare per muovere ogni singolo passo che avrebbero dovuto compiere durante la loro storia.

Alcuni Leviti di nome Iesua, Bani, Cadmiel, Sebania, Bunni e Chenani (Ne 9:4) al tempo di Esdra e Neemia in seguito alla lettura pubblica del libro della legge e alla confessione dei peccati del popolo dissero rivolti a Dio: “Tu solo sei il Signore! Tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che è sopra di essa, i mari e tutto ciò che è in essi, e tu fai vivere tutte queste cose, e l’esercito dei cieli ti adora. Sei tu il Signore Dio che hai scelto Abramo, lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei, e gli hai dato il nome di Abraamo” (Ne 9:6-7).

Dalle parole pronunciate dal gruppo di Leviti ci viene chiaramente indicato come il punto di partenza e il fondamento di tutto è il Dio creatore dei cieli e della terra. Infatti, vediamo come il Signore viene chiamato “colui che ha fatto e colui che fa vivere” in quanto Dio è il creatore e dopo avere creato permette ogni giorno la vita e l’esistenza di tutto quello che ha creato. Solo in seguito ad avere affermato questa basilare certezza i Leviti parlano dell’origine del popolo di Israele partendo dalla chiamata di Abramo e dalla sua uscita da Ur dei Caldei. Per Israele è stato quindi sempre di fondamentale importanza sapere che colui che aveva dato origine al loro popolo e alla loro nazione era il creatore dei cieli e delle terra.

In particolare, in quel momento in cui il popolo doveva ritrovare la propria identità in seguito al ritorno dall’esilio, era estremamente necessario ricordarsi che la base e il fondamento del popolo di Israele, prima di ogni altra situazione o circostanza vissuta fino al ritorno dall’esilio, era nel Dio creatore dei cieli e della terra. Riscoperto e ricordato questo, venivano tutte le altre importantissime considerazioni sulla storia del popolo, ma sapere che tutto era fondato sulla sovranità del Dio creatore portava il popolo su un altro “punto di osservazione”: il nostro Dio non è uno qualunque, ma è il creatore dei cieli e della terra. È infatti scritto: “Poiché tutti gli dèi dei popoli sono idoli vani ma il Signore ha fatto i cieli” (1Cr 16:26).

Anche noi oggi, come ci insegna il libro della Genesi e come ci insegnano le parole dei Leviti al tempo di Esdra e Neemia siamo chiamati a realizzare e riscoprire questo importante e unico fondamento della nostra vita: il nostro Dio non è uno qualunque ma è il creatore dei cieli e della terra. Colui che ci ha chiamato al ravvedimento dai nostri peccati, che ci ha chiamati alla salvezza in Cristo Gesù è il creatore dei cieli e della terra, è lo stesso Dio che ha chiamato Abramo fuori da Ur dei Caldei.

Quando l’apostolo Paolo si trovava ad Atene pronunciò agli ateniesi queste parole: “Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo; e non è servito dalle mani dell’uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa. Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi. Difatti, in lui viviamo, ci moviamo, e siamo, come anche alcuni vostri poeti hanno detto: «Poiché siamo anche sua discendenza». Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall’arte e dall’immaginazione umana. Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano…” (At 17:24-30).

Paolo inizia il suo discorso proprio dicendo: “Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo il Signore dei cieli e della terra...” e termina con le parole: “Dio dunque passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano”. Ancora una volta ci viene indicato dalla Scrittura come il Dio creatore dei cieli e della terra è quella base inamovibile da tenere sempre in considerazione quando si parla del nostro Dio, perché colui che ci ha chiamato al ravvedimento è il Dio creatore dei cieli e della terra. Ecco così che prima della nostra chiamata, prima della nostra storia, prima di tutte le circostanze e le situazioni che hanno caratterizzato la nostra vita, fino ad oggi, ricordiamoci che esiste un fondamento che ha delle grandissime applicazioni pratiche e quotidiane.Il fondamento è questo: il Dio creatore che nel principio creò i cieli e la terra è il nostro Dio. Ciò che ne deriva è che niente potrà rappresentare un limite insuperabile, niente sarà troppo difficile o un ostacolo invalicabile.

Dio è il Creatore: la certezza.che tutto il creato appartiene a lui .

Le parole, “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”, con le quali inizia il libro della Genesi e tutta la rivelazione di Dio per l’uomo, oltre a ricordarci che il fondamento sul quale basare e ancorare la nostra vita è il Dio creatore, ci ricordano anche che tutto il creato appartiene a lui. Se Dio è il creatore la creazione gli appartiene. Etan, a cui è attribuita la scrittura divinamente ispirata del Salmo 89, inizia questo brano della Parola di Dio lodando e celebrando il Signore per i suoi attributi. In particolare, il salmista domanda al Signore: “Signore, Dio degli eserciti, chi è potente come te, o Signore?” (Sl 89:8) ecco che per dare una risposta a questa domanda il salmista ritorna alla certezza che Dio è il creatore e quindi sovrano sulla sua creazione infatti troviamo scritto: “Tu domi l’orgoglio del mare; quando le sue onde si innalzano tu le plachi. Hai stroncato l’Egitto, ferendolo a morte; con braccio potente hai disperso i tuoi nemici” (Sl 89:9-10).

Etan descrive come il Signore è sovrano sugli elementi del creato, doma il mare e lo placa quando esso è in tempesta, ha stroncato un popolo e un regno potente come quello dell’Egitto disperdendolo ai tempi della schiavitù di Israele. Dio è quindi sovrano sulla creazione e questo perché la creazione è sua proprietà in quanto lui l’ha creata e a lui appartiene tanto che di seguito è scritto: “I cieli sono tuoi, tua pure è la terra; tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso. Hai stabilito il settentrione e il mezzogiorno; il Tabor e l’Ermon mandano grida di gioia al tuo nome” (Sl 89:11). Etan rivolto al Signore si ricorda che la creazione appartiene a lui, dicendo: “I cieli sono tuoi, tua pure è la terra...”. Questo perché Etan era ritornato alla certezza che Dio è il Creatore, dicendo: “…tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso. Hai stabilito il settentrione e il mezzogiorno”. Dio è il Dio creatore al quale appartiene tutta la creazione e quindi è sovrano su di essa.

Questo ci porta ancora di più a considerare la potenza di Dio, infatti, alla fine di queste riflessioni riguardanti la sovranità di Dio sulla creazione il salmista esclama: “Tu hai un braccio potente; la tua mano è forte, alta è la tua destra” (Sl 89:12). Etan è quindi partito da una domanda, “Signore, Dio degli eserciti, chi è potente come te, o Signore?”, alla quale è seguita una risposta, “Tu hai un braccio potente”. Ma in mezzo c’è un percorso ben preciso che compie il salmista. Un percorso che parte dal ritornare a considerare che Dio è sovrano sulla creazione, “Tu domi l’orgoglio del mare…”, in quanto era ritornato alla certezza che a Dio appartiene il creato, “I cieli sono tuoi..”, ed era consapevole che Dio è il Creatore, “Tu hai fondato il mondo...”.

Ecco che alla base di tutto c’è il ritornare alla consapevolezza che Dio è il Creatore solo allora sarà possibile procedere e realizzare che tutto il creato gli appartiene, che Dio è sovrano sul creato e che nessuno è potente come lui. Si giunge all’unicità della potenza di Dio partendo dal considerarlo Creatore e realizzando che in quanto Creatore tutto il creato gli appartiene. Mosè parlando al popolo di Israele disse: “Ecco al Signore Dio tuo appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e tutto ciò che essa contiene” (De 10:14).

Lo stesso autore che scrisse, sotto la guida divina,“Nel principio Dio creò i cieli e la terra” ora scrive, sotto la stessa guida, che tutto il creato appartiene al Signore. La certezza dell’autore del Salmo 89 è la stessa di Mosè. Anche noi quindi siamo chiamati a compiere lo stesso percorso di Etan. Ritornando alla certezza che a Dio appartiene tutto il creato, in quanto lui è il Creatore, possiamo giungere a riaffermare la sua potenza, potenza che è ogni giorno a nostra disposizione per affrontare qualsiasi circostanza e situazione della nostra vita, per portare avanti impegni e servizi che il Signore ci ha affidato all’interno della sua opera.

Ritorniamo sempre alla certezza che Dio è il Creatore e quindi tutto il creato gli appartiene. In questo modo sarà possibile veramente vedere ogni cosa che arriva nella nostra vita, anche la più difficile da svolgere o da risolvere, da un altro punto di osservazione. Questo punto di osservazione sarà quello di Etan: il nostro Dio è il Dio creatore al quale appartiene tutta la creazione, il nostro Dio è sovrano su tutto il creato e quindi immenso e unico in potenza. Da questo punto di osservazione spesso e volentieri noi uomini “scendiamo” proprio perché ci dimentichiamo di chi è Dio, ci dimentichiamo che è il Creatore al quale tutto il creato appartiene e di conseguenza ecco che tutto diventa insormontabile, impossibile, invalicabile.

Non facciamoci condizionare dal modo di pensare del mondo, un mondo che essendo lontano da Dio vive come se Dio non fosse il Creatore e come se la creazione non appartenesse a lui. Rimaniamo saldi nel punto di osservazione dove era “salito” Etan e non scendiamo più, in quanto in noi deve essere sempre vivo e operante il ricordo della certezza che Dio è il Creatore e quindi tutto il creato è suo, allora sì che saremo consapevoli che potremo contare sempre e puntualmente nell’aiuto di colui che è il Creatore dei cieli e della terra e al quale tutto il creato appartiene, di colui che è unico e immenso in potenza, una potenza a nostra disposizione quotidianamente per poterlo servire e fare la sua volontà.

Dio è il Creatore: la certezza dell’aiuto che nessun altro può dare.

Ritornare quotidianamente alla Verità che la parola di Dio fin dall’inizio ci presenta, cioè che “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”, ci porta a considerare che Dio è il Creatore, la certezza basilare su cui fondare la nostra vita, e che in quanto creatore tutto il creato gli appartiene. Ma mantenere sempre vivo il ricordo e la consapevolezza che “Nel principio Dio creò i cieli e la terra” ci porta anche alla certezza che possiamo contare sull’aiuto che nessun altro può darci: sull’aiuto del Creatore al quale tutto il creato appartiene.

All’inizio del Salmo 121 è scritto: “Alzo gli occhi verso i monti… Da dove mi verrà l’aiuto?” (Sl 121:1). Il salmista, divinamente ispirato, guarda i monti che sono opera di Dio e proprio alzando gli occhi verso le montagne s’interroga e si chiede da dove gli sarebbe provenuto l’aiuto. Non è certo a caso che è guardando un elemento della creazione di Dio, le montagne, che il salmista si pone questa domanda alla quale segue una immediata e sicura risposta: “Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto i cieli e la terra” (Sl 121:2).

L’aiuto al salmista non sarebbe venuto dalle montagne, come non sarebbe venuto da nessun altro elemento del creato ma sarebbe venuto da colui che tutto ha creato. L’aiuto al salmista infatti, sarebbe venuto dal Signore, dal Creatore, da colui che ha fatto i cieli e la terra e quindi anche quelle montagne verso le quali il salmista alzò gli occhi. Guardando quelle montagne il salmista era profondamente sicuro che colui che aveva formato quelle montagne era il Signore, così come era in lui ben presente e vivo il ricordo che Dio non aveva fatte solamente quelle montagne ma i cieli e la terra. Ma il salmista era certo anche che il Signore che ha fatto i cieli e la terra sarebbe stato il suo aiuto. Non un aiuto qualunque, non un aiuto incerto e possibile di fallimento ma l’aiuto unico che nessun altro può dare. L’aiuto del salmista era l’aiuto del Signore, l’aiuto del Creatore dei cieli e della terra, al quale tutto il creato appartiene e sul quale è sovrano.

Alcune delle caratteristiche di questo aiuto sono descritte nel proseguimento del Salmo 121. L’aiuto del Signore è l’aiuto che non ci fa vacillare, attento e mai distratto, che ci preserva da ogni male, sempre presente, come scritto: “Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra; egli sta alla tua destra. Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. Il Signore ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l’anima tua. Il Signore ti proteggerà quando entri e quando esci, ora e sempre” (Sl 121:1-8). Questo è l’aiuto che è in grado di fornire il Dio creatore dei cieli e della terra al quale tutto il creato appartiene, questo è l’aiuto del nostro Dio.

Davide scrivendo, sotto la guida divina, il Salmo 124 inizia riflettendo su cosa ne sarebbe stato del popolo di Israele se il Signore non fosse stato in loro favore dicendo: “Se il Signore non fosse stato in nostro favore, quando gli uomini ci assalirono, essi ci avrebbero inghiottiti vivi, talmente erano furiosi contro di noi” (Salmo 124:2-3).
In seguito benedice il Signore per non avere abbandonato il popolo nelle mani dei loro nemici affermando: “Benedetto sia il Signore che non ci ha abbandonati in preda ai loro denti!” (Sl 124:6). Davide in fine conclude il salmo esclamando: “Il nostro aiuto è nel nome del Signore, che ha fatto il cielo e la terra” (Sl 124:8). Lo stesso Davide, come l’autore del salmo 121, aveva dentro il suo cuore viva e operante la certezza che il suo aiuto non era un aiuto qualunque ma l’aiuto del Signore, l’aiuto di colui che ha fatto i cieli e la terra. Entrambi gli autori biblici erano profondamente saldi sulla certezza che il Signore era colui che nel principio ha fatto i cieli e la terra e, quindi, erano convinti che avrebbero potuto contare sull’aiuto unico, infallibile, potente, senza limiti, inimitabile che proviene dal Dio creatore al quale tutto il creato appartiene.

Anche noi siamo quindi chiamati a realizzare questa certezza e a vivere la nostra vita pratica di conseguenza: il nostro aiuto proviene dal Signore che ha fatto i cieli e la terra. Questo è il nostro aiuto, lo stesso aiuto dell’autore del Salmo 121, lo stesso aiuto di Davide, lo stesso aiuto del popolo di Israele è oggi il nostro aiuto, l’aiuto del creatore, di Colui al quale tutto il creato appartiene. Molte volte purtroppo non siamo abbastanza consapevoli di avere un aiuto di questa portata, ci dimentichiamo infatti di avere un così grande aiuto proprio perché non ritorniamo alla certezza che Dio nel principio creò i cieli e la terra e non manteniamo viva e operante in noi questa certezza.

Se veramente davanti ad ogni circostanza della nostra vita realizzassimo pienamente e ritornassimo costantemente alla certezza che “il (nostro) aiuto viene dal Signore che ha fatto i cieli e la terra” e che “il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto i cieli e la terra”, affronteremmo tutto in modo ben diverso da come spesso ci accade davanti a certe situazioni. Seguiamo l’esempio dell’autore del Salmo 121 e di Davide che, forti della certezza che Dio è il creatore dei cieli e della terra, erano forti della certezza che lo stesso Dio sarebbe stato il loro aiuto, un aiuto unico, infallibile, senza limiti e ostacoli in grado di gestire, risolvere ogni difficoltà e di darci la capacità per affrontare e superare ogni prova, ogni situazione e ogni circostanza che giunge nella nostra vita quotidianamente durante questo tempo di servizio all’interno dell’opera del Signore.


Dio è il Creatore:la certezza a cui rimanere attaccati quotidianamente.

Come abbiamo visto le parole con le quali inizia il libro della Genesi e l’intera rivelazione scritta di Dio per l’uomo, “Nel principio Dio creò i cieli e la terra”, ci ricordano che Dio è il Creatore dei cieli e della terra. A questa certezza dobbiamo ritornare quotidianamente nella nostra vita e una volta ritornati, dobbiamo rimanervi attaccati in quanto sono numerosissime le applicazioni pratiche che ne derivano, utili e indispensabili per realizzare un cammino terreno di servizio e fedeltà con il Signore. Non consideriamo come scontata questa verità, in quanto dare per scontata una verità è il primo passo per perderla di vista e per far sì che la nostra vita non sia più condizionata da essa. Ci troviamo a vivere in un mondo che ogni giorno contribuisce grandemente a farci perdere di vista la certezza che Dio è il Creatore dei cieli e della terra in quanto, affermando il contrario e vivendo di conseguenza, può esercitare in noi un’influenza tale per cui pur essendo sicuri che Dio è il Creatore, si vive anche noi come se non lo fosse. Quello che noi crediamo deve mostrarsi nella pratica quotidiana della nostra vita! Quindi, se crediamo che Dio è il creatore dei cieli e della terra, questo deve mostrarsi ogni giorno nelle nostre azioni, nelle nostre scelte e nei nostri pensieri in quanto ritornare a questa certezza, rimanervi attaccati e tradurla in pratica porta crescita e grandi benefici nella nostra vita.

Che possiamo ricordarci sempre che “Nel principio Dio creò i cieli e la terra” e che quindi il nostro Dio non è un Dio qualunque ma il Dio creatore dei cieli e della terra al quale tutto il creato appartiene e che può fornirci l’aiuto che nessun altro può darci. Quando, durante il nostro cammino di servizio per il Signore, siamo davanti a degli ostacoli che ci sembrano insormontabili e invalicabili, non fermiamoci scoraggiati e sconfitti ma ricordiamoci quello che disse il profeta Geremia: “Ah, Signore, Dio! Ecco, tu hai fatto il cielo e la terra con gran potenza e con il tuo braccio steso; non c’è nulla di troppo difficile per te” (Gr 32:17).


Giovanni Beccari (Assemblea di Città di Castello, PG) IL CRISTIANO 07.2008

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