Il terremoto che ha colpito Haiti, con epicentro vicino alla capitale Port-au-Prince, è di proporzioni devastanti. I comunicati che si susseguono sono ancora molto vaghi, a causa della quasi completa interruzione dei mezzi di comunicazione; telefoni e cellulari tradizionali non funzionano.

Compassion sostiene in questo Paese, fra i più poveri al mondo, oltre 64.000 bambini di cui 900 dall’Italia. Solo nella capitale ci sono 28 Centri Compassion ma al momento non siamo ancora riusciti a contattare il nostro staff. Un gruppo di intervento è però arrivato nel Paese passando dalla Repubblica Dominicana e attendiamo presto aggiornamenti. Nel frattempo abbiamo costituito un’unità di crisi nella sede centrale in Colorado e stiamo allestendo delle linee telefoniche satellitari.

Ma è purtroppo chiaro che ci troviamo di fronte a un’immane tragedia: la popolazione, i bambini e le loro famiglie di Haiti hanno bisogno del nostro aiuto, il più in fretta possibile.

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Se già versi la quota di sostegno tramite Domiciliazione Bancaria puoi fare un dono al fondo "Emergenza Haiti" inviando un'email di autorizzazione al prelievo a This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it amministrazione@compassion.it indicando:
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Abbiamo attivato il fondo "Emergenza terremoto Haiti". E' possibile fare una una donazione tramite i seguenti canali:

online, vistando la pagina Donazioni del nostro sito web

- tramite Bollettino Postale: C/C n. 19311141, indicando la causale "Emergenza Haiti"
- tramite Bonifico bancario: IBAN IT63G0310401003000000820344 - Deutsche Bank Ag. C- Torino, indicando la causale "Emergenza Haiti"

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I fondi raccolti saranno utilizzati immediatamente per assistere i bambini sostenuti e le loro famiglie. In un secondo momento, gli eventuali fondi in eccesso saranno destinati alle necessità più urgenti di tutta la popolazione.


Haiti, il paese piu' povero del continente americano Reddito pro-capite di 1.300 dollari, aspettativa di vita 50 anni

PORT-AU-PRINCE - Il paese più povero dell'intero continente americano: è la caratteristica principale di Haiti, paese scosso ieri sera da un fortissimo terremoto, in
particolare nella capitale Port-Au-Prince, dove vivono oltre 2,3 milioni di abitanti.
Secondo il World Factbook della Cia, la Repubblica di Haiti ha 9.035.536 abitanti, dei quali solo il 3,4% ha speranza di superare i 64 anni di età. Il reddito annuale pro capite è di appena 1.300 dollari, dato che pone Haiti al 203/o posto tra i 229 paesi del mondo. Alle sue spalle tre stati asiatici (Burma, Nepal, Afghanistan), uno dell'Oceania (Tokelau) e 22 africani (con lo Zimbabwe ultimo, con appena 200 dollari di reddito annuo pro capite).
Haiti occupa la metà occidentale dell'isola di Hispaniola, dove Cristoforo Colombo attraccò al termine del suo primo viaggio, nel 1492. Il tasso di alfabetizzazione è del 45 per cento e l'aspettativa di vita, circa 50 anni. La popolazione totale è per il 95 per cento di neri e per il cinque per cento di mulatti e bianchi. Il paese è spesso al centro del passaggio di uragani, che provocano morte e distruzione. Nel 2008, se ne sono abbattuti quattro (Fay, Gustav, Hanna e Ike), provocando 330 morti e molti dispersi in tutto il paese: il passaggio dei quattro uragani nel giro di un mese è stato considerato dalle autorità la principale catastrofe degli ultimi anni, prima del terremoto di ieri.
Il paese, con una superficie pari a circa 27 mila chilometri quadri, si trova a circa 80 km da Cuba. Oltre alla capitale, le altre città principali sono Cap-Haitien e Gonaives. Nonostante le cospicue esportazioni di zucchero, caffé, banane e mango, Haiti rimane uno dei Paesi più poveri e arretrati del mondo. La disoccupazione colpisce oltre il 60% della popolazione.
Fondata nel 1749 da coloni francesi piantatori di zucchero, la capitale, Port-au-Prince, si trova nella baia del golfo di La Gonave. Il paese, inizialmente possedimento spagnolo, divenne colonia francese nel 17/o secolo e nel 1804 è stato la prima repubblica 'nera' ad ottenere l'indipendenza. Gli haitiani sono cattolici per il 70 per cento e protestanti per il 23, ma molto praticato tra le classi popolari è anche il vudù, rituale magico semipagano.

alex

Franca Zucca -Il devastante terremoto del 12 gennaio 2010 che ha provocato 250.000 morti, il ferimento di 300.000 e l'allontanamento di oltre 150.000 persone verso altre regioni, ha colto il paese impreparato ad affrontare un'emergenza senza precedenti. Si stima che per la ricostruzione saranno necessari oltre 11,5 miliardi di dollari.
 
Senza precedenti è stato anche l'intervento di soccorso. Agnzie umanitarie internazionali, governi, organizzazioni non governative, privati cittadini e altri hanno contribuito massicciamente mettendo a disposizione fondi e inviando generi di primo soccorso, alimenti, squadre di medici e di infermieri, farmaci, depuratori dell'acqua.
 
La gara alla solidarietà si è aperta anche in Italia dove Adra, a seguito di contributi generosi da parte delle chiese, di donazioni private e di fondi dell'8x1000 della Cheisa avventista, ha potuto finanziare una parte del progetto "Adra Emergency Response Center - Haiti" lanciato da Adra International. Il costo complessivo del progetto è di 3.241.000 dollari. Adra Italia ha finanziato due "voci" del progetto: l'acquisto di coperte e di tende speciali anti zanzara per un importo pari a 40.000 euro e coprendo il fabbisogno di 30.000 persone. L'emergenza, a quasi dieci mesi del terremoto, è tuttora in atto. L'interesse mediatico è calato, ma non il bisogno della popolazione di recuperare dignità e speranza. Adra è tuttora presente nel paese e collabora con gli ospedali avventisti locali e con altre agenzie umanitarie internazionali. Durante questi mesi passati sono accaduti anche eventi positivi così come sono stati raccontati dai sopravvissuti. È possibile leggere alcune di queste storie in inglese cliccando qui, e vedere un video (in italiano) su www.adraitalia.org.
Adra Italia continuerà a sostenere Haiti tramite l'invio di fondi per ulteriori emergenze che verranno segnalate o per finanziare l'avvio di un progetto di ricostruzione. Vi terremo informati in tal senso. Se anche voi continuate ad avere a cuore la sorte di migliaia di diseredati tra i quali centinaia di bambini, potete aiutarci inviando le vostre donazioni a:
Adra Italia - c/c postale 16080004 oppure Iban: IT 95E 01030 03203 000000866909
Le donazioni sono fiscalmente detraibili purché effettuate tramite versamento postale o bancario.

Ancora grazie di cuore per quanto avete già donato e per quanto il vostro senso di solidarietà vi suggerirà di fare.

alex

Notizie Avventiste – Sono trascorsi circa quattro mesi dal devastante terremoto che, il 12 gennaio, ha colpito Haiti, uccidendo circa 230.000 persone. La situazione nel paese non è ancora tornata alla normalità. L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra), sezione italiana, ha partecipato all’articolato progetto che Adra International ha proposto alla rete delle agenzie Adra nel mondo. Si è fatta quindi carico di finanziare 6.000 tende trattate con prodotti antizanzare, del costo di 30.000 dollari, e delle coperte per un costo complessivo di 93.000 dollari. Di tale progetto hanno beneficiato circa 36.000 persone che vivono nell’area di Carrefour, le quali hanno ricevuto anche altri aiuti previsti in tali emergenze. “Questo è un primo aiuto che Adra Italia ha dato alla popolazione di Haiti grazie alla risposta generosa di avventisti e di amici, e grazie anche ai fondi messi a disposizi one dall’otto per mille dell’Unione Italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno”, ha affermato Franca Zucca, responsabile di Adra Italia. Inoltre, Adra Italia e Reach Italia onlus, associazione che si occupa di sostegno a distanza, hanno finalizzato un accordo di collaborazione nella raccolta fondi in favore di Haiti dando vita al progetto “L’Aquila chiama Haiti”. I due organismi umanitari hanno chiesto alla storica fabbrica di dolciumi “Sorelle Nurzia”, di L’Aquila, di produrre delle uova pasquali che sono state utilizzate per una raccolta di fondi a favore dei terremotati di Haiti. In tal modo si è contribuito alla ripresa della produzione dell’azienda aquilana e dato anche una mano alla popolazione di Haiti.
 
Per quanto riguarda l’attività di Adra International, l’8 marzo essa ha iniziato la seconda mega distribuzione di cibo per sfamare all’incirca 300.000 persone, nella capitale Port-au-Prince. Secondo i dati ufficiali, l’agenzia avventista provvede al fabbisogno alimentare quotidiano di circa 2.500 famiglie fornendo loro riso, una miscela di grano e soia, fagioli, olio vegetale, sale. Circa 1.296 tonnellate di cibo saranno distribuite nei dintorni di Port-au-Prince, dove 50.000 nuclei familiari riceveranno aiuti alimentari. Adra sta anche gestendo la seconda e più ampia assegnazione di cibo da parte del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. In aggiunta, Adra ha fornito ripari e interventi di pronto soccorso con i suoi medici, e distribuito oltre 10 milioni di litri di acqua depurata a migliaia di sfollati nella capitale e nei territori limitrofi.

alex

Dopo oltre due mesi dal terribile terremoto che ha sconvolto Haiti ancora migliaia di persone hanno bisogno di aiuto.

La situazione rischia di precipitare a causa dell'imminente stagione delle piogge.

Già 3 centri (HA797 HA205 HA628) situati nella penisola di Le Cayes sono stati colpiti da piogge torrenziali stagionali e alluvioni
che stanno procurando disagi gravissimi alla popolazione. Molti bambini hanno perso la casa e tutto ciò che le loro famiglie possedevano.

Ti inviamo questo link che desideriamo diffondere per ricordare il bisogno ad Haiti. Aiutaci a diffondere gli aggiornamenti sulla situazione ad Haiti!
Guarda il video  e ti chiediamo di premere  il pulsante "condividi" ( sotto la finestra  video) per postarlo su facebook o sul tuo social network preferito!

VIDEO SU YOUTUBE  AGGIORNAMENTO HAITI

Un caro saluto,

lo staff di Compassion Italia onlus
www.compassion.it

alex

A seguito del tragico evento che ha colpito l’isola di Haiti, molte voci si sono alzate per domandarsi il motivo di quella grande sciagura. Un segmento della crosta terrestre ne urta un altro in maniera violenta, e non rimane che contare il numero di vittime, osservando (in maniera silenziosa per alcuni e disperata per altri), ciò che resta dell’opera umana dopo quella catastrofe. Molti si interrogano, domandando con rabbia dove fosse Dio mentre quelle persone morivano, e la solita propaganda atea di quart’ordine cerca di fare «sciacallaggio spirituale» presso le persone, sussurrando alle loro orecchie che se Dio fosse realmente esistente e buono, certo sarebbe intervenuto in quella circostanza. Approfittando del triste momento di riflessione che tali avvenimenti ci propongono in maniera forzata, i nemici della fede strisciano come novelli «serpenti in Eden», nel tentativo di vincere a sé anime che non sanno darsi risposta davanti a quello che potremmo definire «il silenzio di Dio».

Prima di scrivere questo articolo, mi sono fermato più volte a riflettere, perchè spesso – davanti a grandi dolori – il silenzio è di gran lunga migliore, e la semplice (ma mai scontata) compassione, accompagnata dalla preghiera a Dio per chi è nella prova, sono attitudini certamente preferibili rispetto a lunghi discorsi, troppe volte «asettici». Ma al tempo stesso, come poter tacere davanti a coloro che affermano che Dio non si cura delle proprie creature? Come poter ascoltare asserzioni sulla non esistenza di Dio, senza invece offrire ciò che Dio stesso ci comunica attraverso la sua Parola? Ed è per questo motivo che mi ritrovo a scrivere proprio su questo fantomatico «silenzio di Dio», sperando vivamente che da ogni singola parola traspaia il rispetto verso persone che hanno subìto perdite così importanti, e che proprio in questi istanti stanno lottando per sopravvivere.

Nella sua misera condizione spirituale, davanti ad eventi funesti l’uomo si mette sempre alla ricerca del famoso «capro espiatorio», ossia qualcuno da colpevolizzare per l’accaduto. Di qualsiasi cosa si tratti, si cerca sempre di allontanare da sé la colpa, per farla ricadere su terzi e potersi conseguentemente dichiarare «giusti»; non soltanto privi di colpa, ma vittime dell’errore di qualcun altro. Se in una famiglia ci sono figli indisciplinati che preferiscono percorrere strade poco raccomandabili, per esempio, molto spesso si punta il dito verso la società/i media/le amicizie/ecc. (cose che indubbiamente hanno una rilevanza considerevole), ma decisamente meno sovente ci si critica introspettivamente in quanto genitori, e questo proprio in virtù di quel principio psicologico per il quale desideriamo allontanare il più possibile da noi stessi le responsabilità.

Ma in che modo questo può essere applicato ad un terremoto? Vogliamo forse affermare che la colpa sia – addirittura – a carico di chi l’ha subito? Ovviamente ci guardiamo bene dal fare un’affermazione di questo tipo, ma al tempo stesso c’è comunque da chiedersi a chi vada imputato il conto della grande disgrazia di Haiti: colpa di Dio, o colpa dell’uomo? Come mai le case costruite secondo criteri moderni hanno resistito all’onda d’urto? Chi ha edificato abitazioni pericolanti, Dio o l’uomo? Come mai l’area del sisma è una zona decisamente degradata e sovrappopolata? Se uomini facoltosi decidono di non aiutare il loro prossimo in difficoltà, di chi è la colpa? Di Dio, o dell’uomo? Se le isole sono per loro stessa natura sismicamente più a rischio di altre zone, chi è che non esegue verifiche per accertarsi della sicurezza di mantenere insediamenti? Dio, o l’uomo? Si potrebbe continuare a lungo, citando anche l’inquinamento, che – ormai è provato – non è soltanto causa di un impoverimento della qualità dell’aria respirata, ma alla base di molti squilibri apparentemente non relazionabili in maniera diretta ad esso, terremoti inclusi. E chi é ad inquinare questo mondo?

Che sul nostro pianeta avvengano catastrofi naturali non è una novità, ci conviviamo fin dal primo giorno della nostra storia. Ma che dopo così tanto tempo, ancora non abbiamo imparato a proteggere chi ha minori possibilità, è soltanto segno della nostra natura interiore degenerata ed egoista, che guarda al proprio benessere anche quando esso significa la morte di un nostro simile. Davanti al sisma si sono moltiplicate iniziative umanitarie legittime e sicuramente lodevoli, ma se vogliamo mantenere l’obiettività, dovremmo domandarci dove fossero i finanziamenti prima del terremoto, quando il 35% circa dei bambini non raggiungeva comunque l’adolescenza, e dove la miseria corrodeva fino all’osso uomini come noi. L’umanità è fatta così: ogni sua iniziativa è sempre condita con un pizzico di ipocrisia, quella punta di desiderio di sentirsi «a posto» perchè si è contribuito.
Nello stesso modo in cui la morte altrui ci commuove primariamente perchè rappresenta un monito diretto a noi stessi (il celebre «memento mori», «ricordati che devi morire»), anche le sciagure – dal momento che sappiamo potrebbero succedere anche nei nostri paesi – vengono «esorcizzate» attraverso moti umanitari, e non appena cesserà l’emergenza, tutto tornerà ad essere come prima: senza equità, con un divario immane tra chi vive e chi sopravvive, con quel 35% di bambini che vedrà terminare prematuramente la propria esistenza.

Tornando quindi all’argomento principale di questo articolo, ci sarebbe davvero da domandarsi se Dio rimanga in silenzio davanti alla catastrofe, o se piuttosto sia invece indignato rispetto al modo in cui l’uomo la vive e gestisce. I defunti di cui si sta facendo il macabro conteggio in questi giorni potevano essere evitati, ma sarebbe costato troppo: ed ecco l’indifferenza, l’abbandono, la decisione di condannare uomini, donne e bambini al proprio «destino». La scelta dell’uomo che ricade sull’uomo. Si potrebbe obiettare che Dio sarebbe potuto intervenire comunque, e questo è vero – avrebbe potuto farlo. Ma una affermazione di questo tipo non tiene conto di un fattore molto importante, ossia che Dio è certo Onnipotente, ma al tempo stesso rispetta (anche se ne soffre) la decisione dell’uomo di «volere farcela da solo». Perchè Dio dovrebbe fare violenza a chi vuole tenersi lontano da Lui? Non sto naturalmente parlando di chi ha subìto la tragedia, ma di chi aveva il potere di gestirla preventivamente, e non l’ha fatto per interesse. Ciò che i nostri progenitori hanno fatto in Eden, prendendo del frutto che Dio aveva proibito loro, è stato un gesto che – traducendolo in parole – potremmo sintetizzare con una frase del genere: «Non ho bisogno di Te, posso gestire la mia vita per conto mio. Tutto ciò di cui ho bisogno sono gli strumenti per farlo».
E, da allora, la tragedia umana è costantemente sotto gli occhi di chiunque sia abbastanza onesto da ammetterne la realtà.

Ed ecco che il «silenzio di Dio» diventa quasi qualcosa di auto-imposto, qualcosa da far durare fintanto che l’uomo stesso non si renda conto della vanità delle sue vie, e decida di ritornare a quel Dio che non si stanca di chiamarci. Chiunque abbia deciso di affidarsi a Dio sa che il silenzio non è certo una delle sue caratteristiche principali, ma chi desidera camminare per i sentieri che Egli ha tracciato per noi trova un Dio piuttosto «loquace», che non lesina sui consigli, sulle direzioni, sui suggerimenti, e che non è avaro nel donare il suo Spirito a chi desidera essergli figlio: perchè se è vero che la nostra vita imminente è importante, è altresì vero che agli occhi di Dio la nostra eternità ha un valore ben più alto.

Il nostro mondo è inevitabilmente compromesso: Dio l’aveva dato in gestione nelle nostre mani, ma attraverso la nostra ribellione è come se avessimo concesso i diritti sulla creazione al nemico di Dio, al satana che desidera la distruzione dell’opera divina. Da allora, ogni cosa reca il suo marchio diabolico, ed il mondo intero è avvolto nel suo sporco manto. Anche le Scritture affermano che «la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, nella speranza che anche la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà dei figli di Dio. Sappiamo infatti che fino a ora tutta la creazione geme ed è in travaglio» (Lettera ai Romani, cap.8:20-22)

L’umanità non ha più possibilità di cambiare le cose a livello globale, e soltanto il ritorno escatologico di Cristo potrà ripristinare la creazione al suo stato e senso originari. Ma finché possiamo parlare di un «oggi», ogni uomo può decidere per sé stesso, perchè Dio chiama ogni singola persona al ravvedimento e alla riconciliazione con Lui, attraverso il sacrificio di Cristo, morto per pagare la nostra ribellione. E questo sposta il centro dell’attenzione dall’imminenza della nostra esistenza all’immanenza divina: per quanto tribolati, i credenti ricevono da Dio una promessa che parla di gloria futura, e di cittadinanza su una terra completamente restaurata, dove le brutture che siamo soliti vedere e sperimentare oggi non saranno nemmeno più ricordate.

Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate». E colui che siede sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». Poi mi disse: «Scrivi, perché queste parole sono fedeli e veritiere», e aggiunse: «Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita. Chi vince erediterà queste cose, io gli sarò Dio ed egli mi sarà figlio. (Apocalisse, cap.21:3-7)

L’apparente «silenzio di Dio» è invece un invito che parla in maniera potente del nostro bisogno di Lui: proprio come disse l’apostolo Paolo quasi duemila anni fa, gli uomini odierni sono «egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza» (2Timoteo, cap.3:2-5), e mal sopportano quando si parla della necessità di ravvedersi, perchè amano credersi giusti e continuare soffocando nel fondo dell’anima quel «vuoto» che ciascuno percepisce. Ma quanti haitiani sarebbero potuti essere stati salvati da una società fondata sulla base dei princìpi indicati da Dio nella sua Parola? Quanti uomini che ogni giorno muoiono di stenti potrebbero condurre una vita serena e soddisfacente, se sapessimo mettere in pratica gli insegnamenti di un Dio che ci vuole fratelli, e non estranei?

A volte, indichiamo qualcosa come «silenzio» soltanto perché non riusciamo a udirlo distintamente. Ma se non riusciamo a sentire, sarebbe bene dotarsi di strumenti che ci diano l’udito. E questo strumento è la Parola di Dio, la Bibbia, attraverso la quale conoscere il nostro Creatore, e conoscere i suoi propositi e promesse per l’umanità intera. Quando avremo fatto questo, e sapremo distinguere bene la voce di Dio, allora – ascoltandola – capiremo che ciò di cui ci parla con gran voce è il suo amore verso ciascuno di noi, e la ferma volontà di vederci riconciliati gli uni con gli altri per vivere una vita mano nella mano, e riconciliati con Lui, che ha davvero deciso di essere per noi un «capro espiatorio», quando ha donato la propria vita per le nostre colpe, caricandole su sé.
In Cristo abbiamo la possibilità di ricevere una cittadinanza eterna. E questo non è espressione di un silenzio indifferente, ma è la grazia che il Giusto Giudice concede a tutti quei condannati che davanti a Lui si riconoscono colpevoli, e ne accettano il dono immeritato.

Fonte: http://www.solovangelo.it

alex

Ad ogni tragedia si ripetono le stesse accuse a Dio. Perchè Dio permette ...? Ma mi brucia qualcosa dentro: queste tragedie, tutte le sofferenze sono il risultato delle scelte dell’uomo!
 
Chi ha ridotto la gente di Haiti a quel livello di povertà, chi lascia morire di fame ogni giorno 80.000 persone, chi vive rigorosamente sulla base dell’egoismo e del denaro, chi ha prodotto la Shoah, chi fa le guerre, chi violenta, uccide, compra gli organi dei bambini, va in Thailandia per sfruttare sessualmente i bambini, chi paga e pratica le religioni, chi si dà al Vudù o ai maghi dei nostri giorni, chi ..... potrei continuare all’infinito.
 
E, in queste condizioni OSIAMO ACCUSARE DIO? A causa di tutto questo (il peccato) avvengono queste tragedie, anzi tutto il mondo è una tragedia. Ma ringraziamo invece Dio, che grazie al sacrificio di Cristo ci permette per fede di uscire da questa tragedia del peccato e di ricevere la vita eterna. Certo, tutti siamo disperati quando succedono queste tragedie ma tutti i giorni sono uguali, anche se in forme diverse: è la tragedia del peccato.

Usciamo da questa tragedia con l’unico mezzo possibile: la fede in Gesù, che è morto sulla croce per noi.
 

alex

SPECIALE TERREMOTO AD HAITI
19 gennaio 2010

Haiti è in ginocchio. Il 12 gennaio un sisma di grado 7 scala Richter, il più devastante degli ultimi 200 anni in quest'area, ha colpito la Provincia Ovest, provocando secondo le stime del governo haitiano almeno 100.000 morti.

Sono circa 1,8 milioni i bambini nelle zone coinvolte dal disastro, numerosi quelli sopravvissuti ai propri genitori. Tutte queste cifre sono da considerare ancora fortemente approssimative.

Le scosse hanno provocato danni immensi alle infrastrutture, che rendono difficilissimo muoversi o comunicare nel paese. Violenza e disperazione alimentano l'insicurezza: soltanto la scorta dei Caschi blu dell'ONU assicura il passaggio indenne degli aiuti umanitari. 

Haiti è il paese più povero e più densamente popolato del continente americano e dell'intero emisfero occidentale (è al 149° posto su 182 Stati nella graduatoria dello sviluppo umano dello UNDP) e ha una lunga storia di tragedie naturali e violenza politica alle spalle. Circa il 45% della popolazione è costituita da bambini e ragazzi.

L'azione dell'UNICEF

L'UNICEF, presente nell'isola caraibica con una sede operativa permanente e uno staff di 55 operatori, per tre quarti haitiani, ha immediatamente mobilitato tutte le risorse umane e logistiche disponibili nel paese e nella confinante Repubblica Dominicana.

All'UNICEF è stato dato incarico di coordinare tutte le attività umanitarie (agenzie ONU e principali ONG) nei settori dell'acqua e dell'igiene.

A partire dal 15 gennaio arrivano quotidianamente voli umanitari, navi cargo e camion dell'UNICEF carichi di acqua, tende, alimenti per l'infanzia e altri beni di primo soccorso. 

Obiettivi primari in questa fase della crisi sono garantire l'accesso all'acqua potabile (anche tramite la potabilizzazione delle scorte idriche), ripristinare servizi igienici di emergenza, per prevenire le temute epidemie, identificare e proteggere i tanti bambini rimasti orfani o separati dai familiari nel caos della crisi: leggi  qui la posizione dell'UNICEF sul tema dell'adozione internazionale per i bambini di Haiti.

L'UNICEF valuta in 128 milioni di dollari la somma indispensabile per garantire beni di sopravvivenza ai bambini di Haiti nei prossimi sei mesi: questo è l'obiettivo dell'appello umanitario lanciato il 16 gennaio.

Come puoi aiutare

Un accorato appello per la raccolta di fondi è stato lanciato dal presidente dell'UNICEF Italia, Vincenzo Spadafora. Guarda anche il videoappello di Francesco Totti e quello dell'attore e ambasciatore UNICEF Patrizio Rispo

Sono stati stanziati dal Comitato Italiano per l'UNICEF 300.000 euro quale primo contributo alle operazioni di soccorso. Ma occorre fare molto di più. e per questo è indispensabile l'aiuto di tutti. Si possono effettuare donazioni all’UNICEF tramite:

  • c/c postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’;
  • carta di credito online su questo sito oppure chiamando il Numero Verde UNICEF 800-745.000;
  • cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”
  • i Comitati locali dell’UNICEF presenti in tutta Italia (qui l'elenco completo)

Puoi aiutarci anche stampando e diffondendo le locandine che trovi a fondo pagina (voce Allegati).

alex

UBEIC News - Gennaio 2010 In primo Piano Appello Urgente a favore delle popolazioni Haitiane colpite dal Sisma Inoltra questa email
 
Se lo ritieni utile puoi girare questa email ai tuoi contatti Contattaci Per contattarci puoi scriverci a ubeic.org@gmail.com
 
APPELLO URGENTE In risposta al terribile terremoto scatenatosi su Haiti, l'Alleanza Evangelica Italiana lancia una sottoscrizione per la raccolta di doni da inviare alle popolazioni colpite. In particolare, le somme raccolte saranno destinate all'agenzia evangelica Tear Fund che da subito è impegnata nelle operazioni di soccorso e all'Alleanza Evangelica dei Caraibi (Evangelical Association of the Caribbean) che assiste le chiese e le opere evangeliche ad Haiti.
 
I doni potranno essere inviati sul conto corrente postale: N. 46728002 intestato a: Alleanza Evangelica Italiana vicolo S. Agata 20 00153 Roma specificando la causale: pro-terremoto ad Haiti Si ringraziano tutte le chiese, i singoli credenti, le associazioni evangeliche che vorranno partecipare alla raccolta.
 
L'AEI renderà pubblicamente conto di quanto ricevuto e trasmesso ai canali individuati. Roma, 14 gennaio 2010 Alleanza Evangelica Italiana ufficio.stampa@alleanzaevangelica.org

alex

Notizie dalle Assemblies of God statunitensi, le Chiese Cristiane Evangeliche consorelle d’oltre oceano piu' vicine geograficamente ad Haiti
 

Martedi’ 12 gennaio, alle 4:53 pomeridiane, ora locale, un terremoto di magnitudo 7.0 ha colpito l’isola di Haiti, con epicentro a 15 chilometri a sud-ovest della capitale, Port-au-Prince. La citta’ e’ distrutta con migliaia di morti, numerosi feriti e migliaia di scampati intrappolati sotto le macerie. Qui le Chiese Cristiane Evangeliche delle Assemblee di Dio erano, fino al terremoto 273 con ben 66.643 credenti. Mancano informazioni precise in
merito alla perdite tra la fratellanza dei credenti thaitiani e alla situazione dei vari locali di culto. Port-au-Prince aveva una popolazione stimata tra i 2,5 e i 3 milioni di persone. "Le notizie provenienti da Haiti riportano solo racconti devastanti", ha detto il fratello George O.Wood, presidente delle Assemblies of God. "Ho vegliato in preghiera chiedendo aiuto al Signore per guidarci nel dare risposta al bisogno di questi cari". Gia’ da questa mattina, giovedi’ 14 gennaio una prima tranche di fondi e’ stata inviata dall’AG Disaster Relief, il fondo delle Assemblies of God per fronteggiare le situazioni di emergenza. Convoy of Hope, l’organizzazione no-profit che mobilita migliaia di volontari per portare cibo e rifornimenti e offrire la speranza a poveri e sofferenti in tutte le zone del mondo, ha stabilito un suo primo centro di soccorso alle
porte di Port-au-Prince. "Haiti e’ il paese piu’ povero dell'emisfero occidentale", ci dice Juleen Turnage, direttore delle comunicazioni per le Assemblies of God. "Sembra che nella capitale tutti gli edifici, compreso il parlamento, siano crollati per la forza del terremoto. Ora c’e’ bisogno di muoversi il piu’ rapidamente possibile per alleviare le sofferenze di quanti sono privi di ogni bene, e per adoperarsi per salvare, se possibile, altre vite umane".

Dan Van Veen - adattato da news.ag.org

alex

Queste comunicazioni giungono da fratelli impegnati come missionari a Haiti. Anche se non sono da considerare delle vere "news", queste lettere forniscono una visione della tragedia attraverso gli occhi di chi l’ha sperimentata in prima persona. La prima giunge da Bill e Dorothy Smith, missionari delle Assemblies of God che risiedevano ad Abraham, la seconda proviene dalla Repubblica Dominicana confinante con Haiti, ed e' di Miguel e Mairelys Ovalle, anche loro impegnati in questo campo di missione.


Qui, ad Abraham (cittadina di Haiti), siamo vivi e stiamo bene. I pilastri della nostra casa ed il tetto sono rimasti in piedi, le pareti sono cadute e tutto e’ andato distrutto, ma la nostra famiglia, grazie a Dio, sta bene.
Abbiamo visitato le chiese e ci sono tantissimi danni. A Delmas, vicino alla capitale, due piani della scuola accanto alla Chiesa di San Fil sono crollati. Quasi tutte le altre scuole vicino a chiese che ho visto sono completamente distrutte, come anche i locali di culto.
Il mio cuore si spezza vedendo la situazione delle persone intorno a me. Stiamo cercando di fare quello che possiamo. Un gruppo di fratelli domani, a Dio piacendo, dovrebbe portare del cibo e del carburante attraverso la frontiera, qui manca tutto. Pregate per noi.
Bill e Dorothy Smith


Vi ringrazio per le vostre preghiere e siamo anche grati al Signore di poter comunicare che la nostra famiglia sta bene, anche se questo non e’ accaduto a molti che sono rimasti intrappolati sotto le macerie. Il giorno del terremoto eravamo arrivati a casa solo da venti minuti, mia moglie era in cucina e io camera da letto.
A un certo punto, la casa ha cominciato a tremare violentemente e siamo corsi fuori pensando che nostro figlio David fosse con noi. Quando mi sono accorto che era ancora all'interno della casa, sono corso indietro a cercarlo, trovandolo sano e salvo! Ci siamo abbracciati gridando il nostro ringraziamento a Dio!
Poi siamo usciti in strada, dove c'era panico e confusione da ogni parte. Alcuni feriti sono venuti nei pressi della nostra casa dove abbiamo fatto quello che potevamo per aiutarli.
Ho visto con i miei occhi quella che posso descrivere solo come la piu’ grande catastrofe che io abbia mai conosciuto. Gli edifici e le case sono crollate, per le strade regna il caos, e’ impossibile muoversi con qualsiasi tipo di mezzo di trasporto, ci sono continuamente grida tra le macerie.
Camminando ho visto centinaia di corpi che giacevano per le strade. La maggior parte degli edifici, come le scuole, sono crollati con persone e bambini ancora dentro.
In questo momento abbiamo bisogno di tutto l'aiuto e della solidarieta’ possibile dalle nostre chiese offrendo beni e fondi per acquistare quanto e’ necessario come materiale sanitario, farmaci come antinfiammatori e antibiotici, cloro per la purificazione dell'acqua, tende, lenzuola, materassi.
Acqua e cibo sono razionati e non so per quanto tempo ancora saranno disponibili. Abbiamo visitato alcuni fedeli nelle zone vicine alla citta’, i bambini e i fratelli hanno le case inagibili, ma sono grati a Dio per essere ancora vivi. Vi chiediamo di impegnarvi a pregare per tutti noi
Miguel e Mairelys Ovalle


E’ possibile inviare aiuti ad Haiti tramite offerte al fondo SEAS (il Servizio Evangelico di Assistenza Sociale delle Assemblee di Dio in Italia con missione a carattere evangelistico, sociale e umanitario rivolto a quanti sono nel bisogno, senza discriminazione di religione, lingua o razza) indicando nella causale pro Haiti

offerte tramite bonifico bancario
Banca: Monte dei Paschi di Siena - Ag.8 Firenze
Conto Intestato a: Assemblee di Dio in Italia - Cassa Nazionale (Seas)
Per rimesse dall'Italia: codice Iban: IT 79 V 01030 02808 000000614146
Per rimesse dall'estero: codice Iban: IT 79 V 01030 02808 000000614146 - BIC/SWIFT PASCITM1FI8 - causale pro Haiti

offerte tramite c/c bancoposta
Bonifico: Codice Iban: IT 35 W 07601 02800 000000317503
Bollettino Postale intestato a Assemblee di Dio in Italia - Cassa Nazionale c/c n.317503 - causale pro Haiti

alex

PORT AU PRINCE - Devastante terremoto ad Haiti. La scossa, registrata al largo delle coste ieri intorno alle 23, ore italiane, pari a 7 gradi di intensità sulla scala Richter, è stata seguita da un secondo sisma di magnitudo 5.9 Richter, con epicentro a quindici chilometri dalla capitale. Alcuni edifici di Port-au-Prince, capitale di Haiti, sono crollati e migliaia di morti e feriti sono rimasti intrappolati sotto le macerie. Gli abitanti hanno iniziato subito a scavare con le mani tra i detriti per cercare di salvare chi è ancora in vita.

Secondo i dati dell'istituto americano Usgs, nove scosse di forte intensità si sono susseguite in meno di tre ore. La prima, alle 22.53 ora italiana, è stata la più forte con una magnitudo di 7.0, e con epicentro a 15 km a sud-ovest di Port-Au-Prince, a una profondità di 10 km. Ne sono seguite altre otto: alle 23.00 italiane con 5.9 gradi Richter; alle 23.12 con 5.5; alle 00.12 con magnitudo 5.1; alle 00.27 italiane con 4.8 gradi Richter; alle 00.35 con 4.5; alle 00.47 ancora con magnitudo 4.5; alle 01.23 con 4.8; alle 01.43 con 5.0 gradi Richter. Dopo un iniziale allarme tsunami diramato per tutte le Antille, l'allerta su un possibile maremoto sta ora gradualmente rientrando.

Tra i numerosi edifici crollati a Port-Au-Prince ci sarebbe anche il Palazzo presidenziale. Secondo un giornalista della catena Haitipal, che interveniva al telefono in diretta da Port-Au-Prince, «il Palais National, il ministero delle Finanze, il ministero dei Lavori pubblici, il ministero della Comunicazione e della Cultura, il Palazzo di giustizia, la Scuola normale superiore» sono crollati. Il giornalista ha anche affermato che sono ugualmente crollati gli edifici del Parlamento e la cattedrale di Port-Au-Prince.

Rachmani Domersant, dirigente operativo di un' organizzazione di volontariato, ha dichiarato che «l'intera città ( che ha circa 2 milioni di abitanti) è nella più totale oscurità, si vedono migliaia di persone sedute lungo le strade, senza sapere dove andare. Ho visto con i miei occhi sette o otto edifici, da hotel fino a palazzi per uffici e grandi magazzini, crollare come cartapesta. Dire che ci sono almeno centinaia di morti sotto le macerie appare del tutto inadeguato a fotografare la realtà».

Si è messa già in moto la macchina degli aiuti internazionali. Un portavoce del dipartimento degli Stati Uniti, dopo avere ricevuto un rapporto dall'ambasciata Usa ad Haiti, ha detto che «vi sono stati danni molto significativi» a Port-au-Prince in termini di vite umane e di danni agli edifici. Al termine di una riunione notturna al Dipartimento di Stato, dove è scattato il «piano di risposta al disastro» per accelerare gli interventi umanitari, il segretario di stato Hillary Clinton ha garantito la massima disponibilità: «Siamo pronti a inviare mezzi civili e militari per aiutare le persone colpite dal disastro . Siamo inoltre pronti a mandare la assistenza umanitaria necessaria».

Gianfranco del Pero, a carico dell'ambasciata italiana nella vicina Repubblica Dominicana, ha dichiarato che «Ad Haiti risiedono una settantina di italiani. Si tratta di connazionali che fanno parte di una vecchia emigrazione nel paese, residente ad Haiti da tempo, che svolgono diverse attivita», precisando che nel paese si trova «del personale della Ghella costruzioni, una ditta di Roma, che sta realizzando dei lavori nel nord del paese, in un'area quindi lontana da dove ha avuto luogo il terremoto».

da: Libero
data: 13/1/2010

alex

La tragedia del terremoto di HaitiNotizie Avventiste

Notizie Avventiste – Un devastante terremoto di magnitudo 7.3 della scala Richter ha colpito la parte meridionale di Haiti, martedì 12, distruggendo gli edifici e provocando l’allerta tsunami anche nelle vicine isole del Mar dei Caraibi. La prima grande scossa è stata poi seguita da altre 28 di magnitudo 4. Secondo il governo haitiano, si tratta del più forte terremoto mai avvenuto nel paese.

I dirigenti avventisti della regione Inter-Americana hanno espresso preoccupazione per i milioni di abitanti dell’isola che sono stati colpiti dal sisma. L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra), l’organizzazione umanitaria della Chiesa avventista del 7° giorno, sta monitorando la situazione e si sta preparando ad intervenire. “Adra Haiti è pronta a rispondere all’emergenza immediata di cibo e acqua per i più bisognosi, con l’aiuto dei suoi volontari”, ha affermato Wally Amundson, direttore di Adra Haiti. Adra International, Adra Canada e la Chiesa avventista in Inter-America hanno finora raccolto 85.000 dollari per i soccorsi, con l’obiettivo di arrivare a 500.000 in sette giorni. Adra International è in contatto anche con un ospedale avventista della Florida per inviare una equipe medica ad Haiti, al più presto.
La maggior parte delle grosse istituzioni della Chiesa avventista, come l’ospedale e l’università, si trovano a Carrefour, nei sobborghi meridionali della capitale Port-au-Prince. Sebbene non sia molto vicina a Delmas, dove i crolli sono stati ingenti, arrivano notizie allarmanti. Sembra infatti che l’università e l’ospedale siano stati parzialmente distrutti. Inoltre, è stata distrutta una delle chiese avventiste più grandi di Haiti, la maggior parte delle chiese sono crollate e, anche se non ancora ufficiali, giungono notizie della morte di un pastore molto conosciuto e di alcuni professori.
Con l’80 per cento della popolazione che vive sotto la soglia della povertà, Haiti è il paese più povero nell’emisfero occidentale. Il paese si sta ancora riprendendo dall’uragano che, nell’ottobre del 2008, ha lasciato migliaia di abitanti senza casa.

Sono 335.000 gli avventisti in Haiti, che si riuniscono in 470 chiese. Oltre a un ospedale e a una università, la Chiesa gestisce anche decine di scuole nel paese.

alex

Notizie Avventiste – A circa dieci giorni dal sisma che ha devastato Haiti, la situazione nel paese risulta ancora confusa, anche perché la terra continua a tremare e la gente ha paura e dorme per strada. La Chiesa cristiana avventista è presente nel paese con molte chiese, decine di scuole, una università e un ospedale. L’Agenzia avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) aveva una sede e un gruppo di operatori ad Haiti prima del terremoto, e i soccorsi da parte loro sono iniziati già alcune ore dopo la tragedia. Il 15 gennaio, è giunta nel paese una squadra speciale di intervento di Adra International. Questa squadra, composta da esperti in disastri e in assistenza psicologica post trauma, da medici, infermieri e tecnici, ha stabilito una base operativa per coordinare i soccorsi.
Adra opera anche con 4 cliniche mobili che sono in grado di offrire cure mediche a 1.000 persone al giorno. Sono state installate quattro unità di depurazione delle acque, che forniscono acqua potabile giornalmente a 2.000 persone, compresi i pazienti dell’ospedale, le famiglie dei pazienti e del personale. In circostanze normali, solo il 50 per cento della popolazione haitiana ha accesso all’acqua potabile, ma la percentuale è drasticamente diminuita dopo il terremoto, fanno notare gli operatori di Adra. “L’acqua è diventata una cosa rara”, ha affermato Raymond Chevalier, un dipendente di Adra che aiuta a coordinare i soccorsi nell’isola. “Nei prossimi giorni, temiamo che cresca il malcontento degli abitanti, soprattutto in alcune delle aree sovraffollate dove la gente ha trovato ricovero, a meno che non vengano loro dati in fretta e in abbondanza acqua e altri aiuti”.
Global Medic, un’organizzazione umanitaria che sta lavorando ad Haiti insieme con Adra, nei prossimi giorni distribuirà oltre 2 milioni di pastiglie per la potabilizzazione dell’acqua. Il gruppo di medici e paramedici curano i feriti, effettuano amputazioni e altre procedure d’emergenza. Esso conta di allestire un ospedale da campo che resterà in funzione a tempo indeterminato.
Inoltre, Adra Portogallo ha inviato quattro generatori e due sistemi di depurazione dell’acqua; Adra International ha chiesto 14.000 biscotti Pam (speciali biscotti energetici), da distribuire in cinque centri, che nutriranno migliaia di sopravvissuti per almeno due settimane. Il team di medici sta lavorando in vari siti.
 
Emergenza Haiti. La situazione dei membri di chiesa e degli edificiClicca per ingrandire la foto
Notizie Avventiste – Ad Haiti vivono 335.000 avventisti che si riuniscono in 470 chiese, di questi, 100.000 vivono a Port-au-Prince e si riuniscono in 123 luoghi di culto.
I dirigenti della Chiesa avventista di Haiti hanno comunicato che è stata accertata la morte di 304 membri di chiesa a causa del terremoto. Oltre 55 chiese sono state distrutte, 60 sono state danneggiate e circa 27.000 avventisti sono rimasti senza casa, nella capitale Port-au-Prince. È stata necessaria una settimana per redigere un resoconto dei pastori, dei dipendenti della Chiesa, dei membri e delle chiese, dopo il sisma che ha interrotto ogni comunicazione per alcuni giorni. “È tristissimo”, ha affermato Sylvan Blaise, presidente della Chiesa nella regione centrale di Port-au-Prince, dove gli effetti del terremoto sono stati più pesanti e dove 300 avventisti hanno perso la vita. Tra i morti ci sono anche 14 persone che partecipavano alle prove del coro nel momento in cui l’edificio dell’Adventist Temple No.1, situato vicino al Palazzo Presidenziale, è crollato. Gli altri coristi sono riusciti a salvars i. “Abbiamo migliaia di membri di chiesa che hanno perso la casa e le uniche cose rimaste loro sono i vestiti che indossano”, ha aggiunto. Blaise, la cui casa è inagibile e che insieme con la famiglia dorme per strada. Blaise ha anche riferito che più di 300 avventisti sono rimasti feriti. Migliaia di sfollati hanno trovato un riparo nelle chiese che sono ancora agibili.
Le due chiese avventiste più grandi della capitale sono state distrutte, mentre l’ospedale e l’università hanno subito danni strutturali. Essendo l’edificio inagibile, l’ospedale è stato allestito all’aperto. Lesly Archer, medico, ha affermato che manca un po’ tutto, dalle garze agli antibiotici. Lo staff dell’ospedale che aveva una capienza di 70 posti ora si occupa di 400 pazienti e altri ne arrivano ogni giorno, ha affermato Matt Herzel, operatore di Adra. “Un’equipe medica di Loma Linda insieme con altri medici della Martinica arriveranno all’inizio della settimana per dare una mano ai colleghi che lavorano 24 ore al giorno”, ha affermato Elie Honore, medico e direttore del Dipartimento Salute della Chiesa in Inter-America.
L’università ha aperto le porte del campus agli sfollati che attualmente sono 30.000. “Abbiamo ordinato, per iniziare, 1.000 tende per rispondere a bisogni delle persone riversatesi nella nostra università” ha spiegato Filiberto Verduzco, tesoriere della Chiesa in Inter-America. Nel campus, Adra sta anche costruendo dei servizi igienici d’emergenza.
 

Emergenza Haiti. Fondi devolutiClicca per ingrandire la foto
Notizie Avventiste – Gli avventisti stanno dimostrando notevole generosità nella solidarietà verso gli haitiani. Il 16 gennaio, le chiese avventiste del Nordamerica hanno raccolto, in un’offerta speciale, 1 milione di dollari che è stato devoluto all’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) di Haiti. Questi fondi e il sostegno di una rete di 14 paesi saranno importanti per l’opera umanitaria di Adra nel paese, ha affermato Charles Sandefur, direttore di Adra International, durante un incontro con i dirigenti avventisti di Haiti.
Inoltre, cinque delle 13 regioni mondiali della Chiesa avventista hanno promesso 125.000 dollari di aiuti per l’assistenza e la ricostruzione, la regione Nordamericana 650.000 dollari e l’amministrazione della Chiesa mondiale 200.000 dollari che andranno direttamente per i “bisogni organizzativi”, ha affermato Juan Prestol, vice tesoriere della Chiesa mondiale.
Haiti è la nazione più povera dell’emisfero americano e questo è il più vasto disastro causato da un terremoto in questo emisfero da più di un secolo. L’arcivescovo cattolico di Haiti è rimasto ucciso e il presidente del paese dorme nella sua limousine perché il Palazzo Presidenziale è stato distrutto. Se si desidera fare qualcosa per “gli ultimi”, questo è il momento.
Nel nostro paese, Adra Italia ha aperto una raccolta fondi per l’acquisto di kit sanitari, purificatori dell’acqua, tende ecc.
I versamenti possono essere effettuati tramite il conto corrente bancario, quello postale o tramite PayPal:
- c/c bancario: IBAN IT 95E 01030 03203 000000866909
BIC Swift PASCITM 1 RM3,
- c/c postale: 160 80004
- PayPal su www.adraitalia.org

 Emergenza Haiti. Attenzione alle truffe ADRA donazione
V.Annunziata/Notizie Avventiste - Come sempre in questi casi, grazie alla generosità di molti, si aprono campagne di raccolta fondi per aiutare le popolazioni colpite. Ecco qualche consiglio per indirizzare la solidarietà nella giusta direzione.
- Donate ad associazioni o enti che conoscete già, attive nel campo degli aiuti umanitari. Non donate a perfetti sconosciuti.
- Diffidate di coloro che si presentano di persona, se non potete accertarne con sicurezza l’appartenenza a un’organizzazione che conoscete: piuttosto, fatevi dare il nome della sede o il sito e recatevi di persona o fate una donazione online.
- Potrebbero esservi inviate mail truffaldine, che contengono link per donare aiuti ai terremotati di Haiti. Non è mai prudente cliccare sul link contenuto nella mail, meglio andare di persona sul sito, digitando direttamente l’indirizzo o cercando con Google il nome dell’associazione, e non attraverso il link della mail.
- Prima di fare una donazione online con carta di credito, accertatevi che la pagina del sito dove dovete inserire i dati abbia nell’indirizzo la sigla iniziale https e il simbolo del lucchetto chiuso (significa che le transazioni di denaro sono sicure).
- Prevedibilmente, sono già nati su Facebook gruppi di solidarietà per le vittime del terremoto. Il nostro invito è di essere cauti nell’aderire a gruppi di questo genere: le finalità di chi li crea sono ignote e non facilmente controllabili; l’utilità è dubbia ed è già successo nel recente passato che a gruppi analoghi, nati come solidarietà per le vittime, sia poi stato cambiato il nome, diventando gruppi di sostegno a tutt’altro, cosa che è possibile fare senza nemmeno chiedere l’assenso agli aderenti al gruppo.

Gli haitiani aiutano gli haitianiClicca per ingrandire la foto

Notizie Avventiste – Fox News ha trasmesso, il 19 gennaio, un servizio su ciò che sta accadendo, senza tanti clamori, in un angolo di Port-au-Prince. Il giornalista racconta nel servizio che, girando per la capitale, la troupe televisiva si è imbattuta per caso in una chiesa i cui membri, senza attendere gli aiuti umanitari e confidando nella propria fede, si sono organizzati da soli per aiutare chi ha bisogno. Davanti alla loro chiesa crollata, questo gruppo di avventisti del 7° giorno ha subito creato uno spazio per accogliere chi è rimasto senza niente. Il campo è organizzato in modo che ci sia cibo e acqua per quanti ne hanno bisogno. Ma oltre a questo, è lo spirito delle persone che il terremoto non è riuscito ad abbattere. Per visualizzare il video in inglese: http://tinyurl.com/y86c6hc

 

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