Introduzione

Vi sono letteralmente migliaia di persone oggi che asseriscono di avere la capacità di profetizzare. Davvero, però, questa gente riceve e trasmette messaggi da parte di Dio? Esistono ancora oggi dei profeti? Molti direbbero di Sì, altri di No. In questo articolo vedremo che cos’ha da dire la Bibbia su questo argomento.

 

Che cos’era un profeta?

 

Un profeta era un uomo o una donna che parlava per Dio o meglio, attraverso il quale o la quale Dio parlava. I profeti spesso dichiaravano questo fatto dicendo: “Così dice il Signore”.

“Ma ecco un profeta si avvicinò ad Achab, re d’Israele, e disse: «Così dice l’Eterno: “Vedi tutta questa grande moltitudine? Ecco, oggi stesso io la darò nelle tue mani e tu saprai che io sono l’Eterno” (1 Re 20:13).

Un profeta era il portavoce di Dio, la Sua bocca. Ciò che pronunziavano non erano le proprie parole, ma le parole stesse di Dio.

“Nessuna profezia infatti è mai proceduta da volontà d’uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché spinti dallo Spirito Santo” (2 Pi. 1:21).

I profeti dell’Antico Testamento e quelli del Nuovo erano identici in carattere. Alcuni oggi affermano che i profeti del Nuovo Testamento fossero diversi dai profeti dell’Antico Testamento. E’ vero? Prendiamo per esempio di profeta del Nuovo Testamento un uomo di nome Agabo.

“In quei giorni, alcuni profeti scesero da Gerusalemme ad Antiochia. E uno di loro, di nome Agabo, si alzò e per lo Spirito predisse che ci sarebbe stata una grande carestia in tutto il mondo; e questa avvenne poi sotto Claudio Cesare” (At. 11:27,28). “E, restando noi lì molti giorni, un certo profeta di nome Agabo, scese dalla Giudea. Venuto da noi, egli prese la cintura di Paolo, si legò mani e piedi, e disse: «Questo dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei a Gerusalemme l’uomo a cui appartiene questa cintura e lo consegneranno nelle mani dei gentili»” (At. 21:10,11).

Da questi due brani vediamo due caratteristiche di un profeta del Nuovo Testamento: 1) Essi parlavano per Dio (Dio parlava attraverso di loro), e 2) Essi predicevano il futuro. Questa è la stessa cosa che facevano i profeti dell’Antico Testamento. Non c’è assolutamente alcuna differenza fra un profeta nell’Antico Testamento ed un profeta del tempo del Nuovo Testamento. Più avanti vedremo il motivo per cui alcuni vorrebbero fare questa differenza.

 

Profeti e profezie

 

Alcuni oggi dicono che vi sia una differenza fra un profeta ed una persona che profetizzi. Essi affermano che una persona possa profetizzare sempre ma non essere necessariamente un profeta. E’ vero questo?

“Come giunsero là alla collina, ecco venirgli incontro un gruppo di profeti; allora lo Spirito di DIO lo investì, ed egli si mise a profetizzare in mezzo a loro. Allora tutti quelli che lo avevano conosciuto prima, vedendo che profetizzava con i profeti si dicevano l’un l’altro: «Cos’è avvenuto al figlio di Kish? È anche Saul tra i profeti?»” (1 Sa. 10:10,11).

Ora Saul non aveva mai profetizzato prima in tutta la sua vita, ma quando la gente lo vide profetizzare, essi subito pensarono che egli fosse un profeta. Perché? Perché coloro che profetizzavano erano profeti. Questo non significa che profetizzare una volta sola renda una persona un profeta (Saul non lo era). C’era però gente che andava profetizzando per tutto il tempo e che non era profeta.

Chiunque profetizzasse era un profeta, ed un profeta era uno che profetizzava. I termini vengono usati nella Bibbia in modo intercambiabile.

“Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino. Ma se è rivelata qualcosa ad uno che è seduto, si taccia il precedente. Tutti infatti, ad uno ad uno, potete profetizzare affinché tutti imparino e tutti siano incoraggiati. Gli spiriti dei profeti sono sottoposti ai profeti” (1 Co. 14:29-32).

Il testo qui citato è chiaro. Un profeta era uno che profetizzava e uno che profetizzava era un profeta.

Perché alcuni cercano oggi di fare questa distinzione? La ragione è che cercano di evitare di sottoporre qualcuno al criterio di verifica dei falsi profeti.

 

Identificare i falsi profeti

 

La Bibbia ci fornisce due criteri di verifica per identificare i falsi profeti.

“E se tu dici in cuor tuo: “Come faremo a riconoscere la parola che l’Eterno non ha proferito?”. Quando il profeta parla in nome dell’Eterno e la cosa non succede e non si avvera, quella è una cosa che l’Eterno non ha proferito; l’ha detta il profeta per presunzione; non aver paura di lui»” (De. 18:21,22).

Il primo criterio di verifica per un falso profeta è quanto accurata sia la sua profezia: non il 95% e neanche il 99%, ma il 100%. I veri profeti erano accurati al 100%. I veri profeti erano sotto il controllo diretto di Dio, per questo non potevano sbagliare. Se un profeta sbagliava anche una sola volta, questi era un falso profeta.

 

Coloro che oggi dichiarano di essere dei profeti sbagliano regolarmente. La cosa più sorprendente è che, sebbene predicano cose che poi non avvengono, essi non perdono i loro seguaci. Nell’Antico Testamento avrebbero perso la vita. Dio disprezzava talmente i falsi profeti che nel versetto precedente l’ultimo che abbiamo citato, Egli aveva per essi istituito la pena di morte!

“Ma il profeta che ha la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire o che parla in nome di altri dèi, quel profeta sarà messo a morte” (De. 18:20).

C’è poi un altro criterio di verifica per i falsi profeti.

 

“«Se sorge in mezzo a te un profeta o un sognatore di sogni che ti proponga un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti ha parlato si avvera e dice: “Seguiamo altri dèi che tu non hai mai conosciuto e serviamoli”, tu non darai ascolto alle parole di quel profeta o di quel sognatore di sogni, perché l’Eterno, il vostro DIO, vi mette alla prova per sapere se amate l’Eterno, il vostro DIO, con tutto il vostro cuore e con tutta la vostra anima” (De. 13:1-3).

 

In questo caso ciò che predice il profeta avviene, ma questi è sempre un falso profeta. Perché? Dio, talvolta, permette che il Suo popolo venga messo alla prova per vedere se essi Lo amano di tutto cuore. Il criterio, questa volta, è nel messaggio che il profeta porta. E’ coerente con le Scritture? Ci porta alla verità ed a seguire il Dio della Bibbia? Oppure ci porta a seguire un falso dio oppure a credere ad un ERRORE? Oggi alcune fra le eresie dottrinali più grandi procedono dalla bocca di coloro che affermano di essere profeti. Noi mettiamo alla prova questi cosiddetti profeti esaminando se ciò che essi insegnano sia in linea, oppure no, con la Bibbia.

“Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo” (1 Gv. 4:1).

 

E’ la dottrina che viene insegnata ad essere il criterio di valutazione dello spirito che sta dietro il profeta. La Bibbia ci ammonisce che negli ultimi giorni, molti saranno tratti in inganno da spiriti malvagi.

“Or lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni” (1 Ti. 4:1).

Vi sono così due criteri per valutare i falsi profeti. In primo luogo un profeta dovrà essere accurato al 100%. Se sbaglia in un solo punto, allora si tratta di un falso profeta. In secondo luogo, un profeta deve parlare secondo la sana dottrina. Il loro messaggio non potrà contenere errore dottrinale. Dovrà condurre la gente nella via della verità e secondo il vero Dio della Bibbia.

L’ira di Dio verso coloro che affermano di parlare per Lui e da Lui non sono mai stati veramente inviati, è molto grande. Che cosa pensa Dio di coloro che affermano con presunzione di parlare per Lui?

“L’Eterno mi disse: «I profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro alcun ordine e non ho parlato loro. Essi vi profetizzano una visione falsa, una divinazione vana e l’inganno del loro cuore. Perciò così dice l’Eterno riguardo ai profeti che profetizzano nel mio nome senza che io li abbia mandati, e dicono: “Non ci sarà né spada né fame in questo paese” quei profeti saranno consumati dalla spada e dalla fame” (Gr. 14:14,15).

“«Ho udito ciò che dicono i profeti che profetizzano menzogne nel mio nome, dicendo: “Ho avuto un sogno, ho avuto un sogno!”. Fino a quando durerà questo nel cuore di questi profeti che profetizzano menzogne e profetizzano l’inganno del loro cuore?” (Gr. 23:25,26).

“Ecco». dice l’Eterno, «io sono contro i profeti che usano la loro lingua e dicono: Egli dice: Ecco, io sono contro quelli che profetizzano sogni falsi», dice l’Eterno, «e li raccontano e traviano il mio popolo con le loro menzogne e con le loro millanterie, benché io non li abbia mandati né abbia dato loro alcun ordine; perciò non saranno di alcuna utilità a questo popolo», dice l’Eterno” (Gr. 23:31,32).

 

Geremia parla della “leggerezza” dei falsi profeti. Essi non prendono seriamente la responsabilità di pretendere di parlare per Dio. Non è cosa da ridere.Se la persona è un vero profeta, bene, ma se quell’uomo o quella donna parla con presunzione e non è un vero profeta, guai a lui o a lei! Dio lo tratterà con estrema severità. Prima che una persona voglia dire di parlare per Dio, è meglio che ci pensi due volte.

 

Esistono oggi dei profeti?

 

“L’amore non viene mai meno, ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte. Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito” (1 Co. 13:8-10).

Questo brano ci dice che tre cose verranno abolite (o cesseranno): le profezie, le lingue e la conoscenza. Qui vi è una triplice cessazione. Al v. 8 vengono menzionate tutt’e tre, ma quando giungiamo al v. 9, vengono citate solo due. Le lingue non vengono più menzionate. Quando arriviamo al versetto 10, solo la conoscenza (conosciamo in parte) rimane.

Questo brano descrive una triplice cessazione. Prima le lingue, poi la profezia, ed infine la conoscenza. Per informazioni sulle “lingue” si veda l’articolo apposito.

Consideriamo la profezia:

“perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte. Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito” (1 Co. 13:9,10).

La profezia è “in parte”, cioè, si tratta di una rivelazione parziale della verità di Dio. Nei primi giorni del cristianesimo, il Nuovo Testamento non era completo.. La Scrittura doveva ancora essere composta. La chiesa di Corinto, per esempio, probabilmente aveva solo una copia dei vangeli (Marco, per esempio) e copie delle lettere che Paolo aveva scritto loro. In che modo essi potevano conoscere tutte le altre verità che Dio aveva per loro e che non erano state ancora scritte e raccolte nel Nuovo Testamento. Attraverso la profezia, naturalmente.

 

Ogni particolare profezia era solo la rivelazione di Dio in parte. Una volta, però, che sarebbe giunto ciò che è perfetto, completo (la completa rivelazione di Dio nelle Scritture), allora non ci sarebbe stato più bisogno di ciò che era solo parziale (le profezie).

Per esempio, c’erano stati approssimativamente 400 anni fra la fine dell’Antico Testamento e l’inizio del Nuovo Testamento. Durante questo tempo, non furono prodotte alcune scritture. Dal tempo dell’ultimo profeta dell’Antico Testamento (Malachia) fino al tempo del primo profeta del Nuovo Testamento (Giovanni il battista) non c’erano stati né profeti e né profezie. Una volta che fu completo l’Antico Testamento, la profezia cessò.

 

Che cosa ci aspetteremmo dovesse succedere dopo che il Nuovo Testamento fu completato? La stessa cosa, cioè che le profezie cessassero. L’ultimo libro ad essere scritto del Nuovo Testamento è l’Apocalisse. Fu scritto circa nell’anno 90. Da quel tempo, non c’è più stato alcunché che possa essere considerato una vera profezia.

 

E la conoscenza?

“Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto” (1Co. 13:12).

La conoscenza parziale che noi abbiamo in questa vita sarà resa perfetta (completa) quando il Signore Gesù Cristo ritornerà. Allora conosceremo come noi siamo stati conosciuti,

Le cose quindi che sono solo in parte (profezia e conoscenza) passeranno quando arriverà la perfezione (cioè il completamento). La profezia è cessata circa nell’anno 90, al termine della composizione del Nuovo Testamento, e la conoscenza alla seconda venuta di Cristo.

 

Alcuni, però, a questo punto, sollevano delle obiezioni. Essi dicono che dato ciò che è perfetto è singolare, non vi può che essere una sola cosa ad essere perfetta (o il completamento delle Scritture del Nuovo Testamento, o la seconda venuta di Cristo, ma non tutt’e due. Consideriamo però meglio il testo.

“Ma quando sarà venuta la perfezione (singolare), allora quello che è solo parziale (singolare) sarà abolito” (1 Co. 13:10).

“Quello che e solo parziale” è pure singolare. Se il fatto che “la perfezione” è singolare significa che vi possa essere solo una cosa perfetta, allora, con lo stesso ragionamento, “quello che è solo parziale” (pure singolare) deve significare che vi può essere solo una cosa ad essere parziale. Questo non ha senso! Il verso 9 ci dice che vi sono due cose che sono parziali, la profezia e la conoscenza.

“perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte” (1 Co. 13:9).

Queste persone leggono il versetto 10 come se dicesse: “Ma quando sarà venuta la perfezione, allora QUELLE COSE che SONO solo parziali saranno abolite”. Questo però non è ciò che dice il testo! Guardiamolo ancora una volta: “Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quelloè solo parziale sarà abolito” (1 Co. 13:10). che

 

La perfezione (ciò che è perfetto, completo) e “quello che è solo in parte” sono al singolare. C’è fra di loro una corrispondenza uno ad uno. Quando una cosa perfetta sarà venuta, allora una cosa perfetta sarà abolita,

“E avverrà che, se qualcuno profetizzerà ancora, suo padre e sua madre che l’hanno generato gli diranno: “Tu non vivrai, perché proferisci menzogne nel nome dell’Eterno”. Così suo padre e sua madre che l’hanno generato lo trafiggeranno perché profetizza. In quel giorno avverrà che ogni profeta proverà vergogna della sua visione, quando profetizzerà, e non indosserà più il mantello di peli per ingannare” (Za. 13:3,4).

 

Dal testo qui citato vediamo che la Bibbia anticipa il tempo in cui non vi saranno più dei veri profeti, e chiunque allora si proclamerà profeta sarà considerato un falso profeta.

 

I falsi profeti

 

Vi sono nella Bibbia molti ammonimenti contro i falsi profeti.

“Carissimi, non credete ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo” (1 Gv. 4:1); “Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci” (Mt. 7:15); “E sorgeranno molti falsi profeti, e ne sedurranno molti” (Mt. 24:11); “Ma quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, né gli angeli nel cielo, né il Figlio, ma solo il Padre” (Mr 13:32).

Dato che oggi non vi sono più veri profeti, chiunque oggi affermi di essere un profeta non è altro che un falso profeta.

 

Le fonti della falsa profezia

 

Se coloro che oggi affermano di essere dei profeti non sono veri profeti e se ciò che dicono non proviene da Dio, quel è allora la fonte dei loro messaggi? Nella Bibbia troviamo che le fonti dei falsi profeti sono due:

 

1) Gli spiriti malvagi

 

“Egli rispose: “lo uscirò e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti”. L’Eterno gli disse: “Riuscirai certamente a sedurlo; va’ e fa’ così” (2 Cr. 18:21); “I sacerdoti non hanno detto: “Dov’è l’Eterno?”, quelli che si occupano della legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetizzato per Baal, e hanno seguito cose che non giovano a nulla” (Gr. 2:8); “E vidi uscire dalla bocca del dragone dalla bocca della bestia e dalla bocca del falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane. Essi infatti sono spiriti di demoni che fanno prodigi e vanno dai re della terra e del mondo intero, per radunarli per la guerra del gran giorno di Dio Onnipotente” (Ap. 16:13,14).

Gli spiriti malvagi cercano di ingannare la gente portandola a credere di aver ricevuto un messaggio che proviene da Dio, quando, di fatto, sono gli stessi spiriti malvagi ad essere fonte del messaggio.

 

2) Il cuore stesso della persona

 

“Così dice l’Eterno degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano. Essi vi fanno diventare spregevoli; vi espongono le visioni del loro cuore e non ciò che procede dalla bocca dell’Eterno” (Gr. 23:16); “Fino a quando durerà questo nel cuore di questi profeti che profetizzano menzogne e profetizzano l’inganno del loro cuore?” (Gr. 23:26); “L’Eterno mi disse: «I profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro alcun ordine e non ho parlato loro. Essi vi profetizzano una visione falsa, una divinazione vana e l’inganno del loro cuore” (Gr. 14:14).

Vi possono essere due ragioni principali per cui una persona “profetizzi” quel che solo ha nel proprio cuore:

1) Intenzionalmente. Alcuni si inventano via via delle cose forse perché cercano di far colpo sulla gente per dare loro ad intendere quanto grandi o “spirituali” essi siano. Vi una reale tentazione di fare questo nei circoli carismatici, perché coloro che “profetizzano” spesso vengono tenuti in alta stima.

 

2) Non intenzionalmente. Questo avviene quando una persona equivoca i propri pensieri (la voce del proprio spirito) scambiandola per la voce di Dio.

 

Conclusione

 

1) Un profeta era qualcuno che parlava per Dio. Ciò che dicevano non erano parole proprie, ma le parole stesse di Dio.

 

2) Un profeta nell’Antico Testamento era lo stesso che un profeta nel Nuovo Testamento. Essi parlavano entrambi per Dio e predicevano il futuro.

 

3) Un profeta è uno che profetizza, ed uno che profetizza è un profeta. Coloro che andavano in giro a profetizzare sempre erano profeti.

 

4) La Bibbia stessa ci fornisce i criteri per verificare se un profeta sia vero oppure falso. In primo luogo deve essere accurato in quel che dice al 100%. Non devono mai sbagliare. Quelli che “fanno errori” non sono dei veri profeti. In secondo luogo, il messaggio di un profeta deve essere biblico, cioè condurci alla verità e a seguire il Dio della bibbia – non a seguire un falso Dio o condurci in ERRORE. Coloro che ci danno una profezia che contiene dottrina falsa sono falsi profeti.

 

5) Dio è durissimo verso coloro che pretendono di parlare per Lui e che Egli non ha mai inviato. Chiunque “presuntuosamente” pretenda di parlare per Dio, sarà trattato da Lui molto severamente, se non si ravvede.

 

6) La profezia era in parte, cioè era solo una rivelazione parziale della verità di Dio. Quando giunse la rivelazione perfetta (completa) nella Scrittura, non ci fu più bisogno di ciò che era solo parziale, e la profezia cessa.

 

7) La Bibbia contiene molti ammonimenti verso i falsi profeti. La Bibbia anticipa il tempo in cui non ci sarebbe stato più bisogno di profeti.

 

8) Vi sono due fonti di false profezie: a) gli spiriti malvagi – quelli che cercano di ingannare con presunti messaggi da Dio; e b) il cuore stesso di una persona – o che si inventano il messaggi di sana pianta, o equivocano i propri pensieri (la voce del proprio spirito) scambiandola per la voce di Dio.

 

A che cosa crederete? Crederete a ciò che la Bibbia dice su profeti e su profezia?

Anthos

Davvero molto interessante lo studio fatto dal fratello Gianni57 sulla profezia biblica e sulla cessazione di alcuni di questi doni. Dopo avere studiato per anni il "movimento delle lingue", anch'io avrei da dire qualcosa...
Partiamo da un dato storico, fattuale, inoppugnabile.
Da quando nacque il "movimento delle lingue" con Charles Fox Parham (la di cui Agnese Ozman fu la prima a farfugliare in cosiddette "lingue", perchè chiese a lui di avere imposte le mani, cosa che non trovo nel N.T.!), ha messo troppa enfasi su questi tre punti: cosiddette "lingue", profezie e guarigioni. Ancor oggi questi sono i tre pilastri basilari del carismaticismo. Alcuni vi aggiungono anche come fonte autorevole da essere creduta, quasi al di sopra delle Scritture, i sogni e le visioni personali.
Tuttavia ci sono posizioni diverse e svariate fra pentecostalismo e carismaticismo riguardo alle cosiddette "lingue", alcuni sostengono che le lingue di Atti (xenolalia) siano cessate (quindi anch'essi sono a favore di 1 Corinzi 13 laddove Paolo, per lo Spirito Santo, afferma che le lingue cesseranno). Altri sostengono che le lingue parlate a Pentecoste siano differenti da quelle di cui parla Paolo in 1 Corinzi. Altri ancora, sostengono che le cosiddette "lingue" non sarebbero MAI cessate, e costoro si spingono fino ad ammettere che anche "san" Francesco di Assisi, "san" Francesco Saverio, i sacerdoti shakers e gli Irvinghiani, i "profeti camisardi", abbiano avuto questo segno/dono dato dallo Spirito Santo. Come si vede, non c'è una "visione" comune, ma divisione. Infatti, anche glu unitariani sostengono di parlare "in lingue", e gli stessi Cattolici romani appartenenti alla suddivisione del movimento del cosiddetto "Rinnovamento dello Spirito Santo" (RnS). Quasi sempre il cosiddetto "parlare in lingue" viene descritto e innalzato con esperienze personali fra il misticheggiante e l'extrasensoriale, forse perché ritenuto ERRONEAMENTE un livello di spiritualità e consacrazione "più alto", eppure San Paolo non la pensa così! Ma si fa finta o si vuol ignorare quello che Paolo dice... Se abbiamo discernimento biblico, dovremmo fare attenzione al fatto che questo cosiddetto "parlare in lingue" sia presente nel pentecostalismo, nel carismaticismo, nel cattolicesimo-romano e nell'unitarianismo. Questo convergere verso "una unità", dovrebbe metterci in allarme riguardo all'unica religione che Cristo troverà al Suo ritorno...
Riguardo alla "Perfezione" di cui parla il fratello San Paolo, ho letto delle semplificazioni mostruose e stravaganti, per non attenersi a ciò che è scritto! All'epoca dei fratelli di Corinto NON ESISTEVA il canone del Nuovo Testamento, la conoscenza dell'Evangelo era acquisita attraverso le Epistole che circolavano, discorsi fatti a voce, profezie che spiegavano la seconda venuta di Cristo e l'escatologia, ecc... Paolo, infatti, ebbe a dire che la conoscenza era momentaneamente parziale e così anche la profezia. Certamente i fratelli di Corinto non avevano l'Apocalisse (Rivelazione) come l'abbiamo noi oggi, e quindi le loro conoscenze erano frammentate e frammentarie... ma quando il canone del NT fu completato, tutta quella rivelazione e conoscenza frammentata fu messa insieme. Questo è inconfutabile storicamente! Per cui, l'espressione "quando sarà giunta la perfezione", può benissimo indicare la completezza della rivelazione nelle Scritture. Una cosa però E' CERTA, Paolo riguardo alle Lingue non dice "verranno abolite" come fa con la conoscenza e la profezia, ma dice "CESSERANNO", cioè "si estingueranno/finiranno da sè", è questo il senso del verbo greco usato, per cui le Lingue neotestamentarie SONO CESSATE perché NESSUNO degli scrittori del NT le menziona dopo 1 Corinzi, né Pietro, né Giacomo, né l'Autore della Lettera agli Ebrei, né Giovanni! Poi, chi vuol essere contenzioso, continui ad esserlo. Io credo all'evidenza biblica.

Pierpaolo

...leggendo 1Corinzi l'apostolo pur condannando gli eccessi nell'esercizio dei doni spirituali non vieta anzi incoraggia la loro ricerca attraverso la preghiera, in più essi sono dati per l'edificazione sia del singolo credente che dell'intero corpo di Cristo.

Non pensate che anche oggi ci sia neccessità nella chiesa di tali doni? Lingue, Profezie, Conoscenza sono ancora utili come lo erano all'epoca certamente con l'aiuto dello Spirito Santo e del dono di discernimento, perché il momento della Perfezione non è ancora giunto.

alex

Trovo lo studio molto ben fatto, sopratutto quando si indicano i modi per riconoscere le profezie provenienti da Dio e penso che la stessa tecnica possa applicarsi anche ai "miracoli".

La profezia deve rivelarsi esatta e, sopratutto, deve portare gloria a Dio, altrimenti ... non è da Dio.

Tutto bene fino a qui. Personalmente, però, non mi convice il fatto che il passo in Prima Corinzi 13:8-10 debba essere riferito alla cosiddetta chiusura del Canone, cioè alla "formazione", passatemi il termine, del Nuovo Testamento.

Quando la Scrittura parla della "venuta della perfezione" a me risulta più semplice pensare a questi due termini (venuta e perfezione), nel contesto biblico, in questo modo:

  • venuta = ritorno del Signore Gesù
  • perfezione = il Signore Gesù

In questa prospettiva, quindi, risulta facile comprendere perchè cesseranno tutti i doni. Non ne avremo più bisogno, saremo, GLORIA A DIO, faccia a faccia con Lui.

Ad oggi ancora non ci è tutto chiaro, tranne ovviamente la Via indicata, ma domani saremo tutti nel Tutto, sapremo, vedremo chiaramente e gioiremo pienamente.

Qundi personalmente non me la sento di considerare defunti alcuni doni. Resta il fatto, innegabile, che bisogna essere NECESSARIAMENTE molto vigili, poiche attraverso manifestazioni incredibili, miracoli, etc, gli uomini saranno ingannati......

Inviato da Gianni57 il

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