Desidero raccomandarvi la lettura del Salmo 17.

“Abbi cura di me come la pupilla dell’occhio, nascondimi, all’ombra delle tue ali” (Salmo 17:8).

Leggetelo nelle vostre case, mettendovi al posto dell'autore. Davide, quando scrisse questo salmo, era perseguitato e oltraggiato. Si nascondeva nelle montagne perché il re d'Israel, Saul, era geloso di lui e questo sentimento l'aveva portato a quello che gli psicologi oggi chiamano la depressione.

La storia di questa gelosia é molto nota. Davide, dopo avere ucciso il gigante Golia, nemico del popolo di Dio, aveva ricevuto grandi onori da parte di Saul, ed era diventato molto popolare. La sua notorietà cresceva a mano a mano che Davide diventava sempre più un eccellente guerriero e un leader molto apprezzato. Il popolo, specialmente le donne, lo paragonavano al re e cantavano: "Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila" (1 Samuele 18:7).

In un primo momento, Saul fu animato da un senso di invidia, ma poco per volta, come un'onda, crebbe in lui un sentimento di gelosia e di paura. Nonostante ricevesse innumerevoli prove della fedeltà del giovane Davide, l'invidia si trasformò in gelosia e rese Saul vulnerabile sul piano emotivo, a tal punto da permettere all'avversario di fare breccia nel suo cuore. In questo modo il desiderio di eliminare il giovane rivale divenne per lui un pensiero ossessivo.

Davide si rifugiò tra i monti, dove trovava conforto nella preghiera e apriva il suo cuore alla parola di Dio. A lui chiedeva la forza e il coraggio per resistere all'ostilità e alle false accuse di tradimento contro il re e di bestemmia nei confronti Dio.

"Abbi cura di me come la pupilla dell'occhio, nascondimi, all'ombra delle tue ali, dagli empi che vogliono la mia rovina, dai nemici mortali che mi circondano" (Salmo 17: 8,9).
L'espressione tradotta con "pupilla degli occhi" é usata frequentemente nelle Scritture (Deuteronomio 32:1; Proverbi 7:2; ecc.) e, in ebraico, significa "uomo piccolo negli occhi" oppure "figlia degli occhi". Pupilla degli occhi sta a indicare che Dio ci stima e ci dà tanto valore, così come noi lo diamo alla nostra vista. In questo caso, la pupilla é l'occhio stesso. Nessun altra parte del corpo é più preziosa, più delicata e più attentamente curata degli occhi. Il saggio Creatore ha collocato gli occhi in un luogo ben protetto, circondati da ossa che si protendono come i monti attorno a Gerusalemme.

A parte questo, l'Autore della vita ha circondato i nostri occhi con un recinto, le sopraciglia, e una tenda, le palpebre con le ciglia. Egli ci ha dato un senso speciale del pericolo che può colpire i nostri occhi, poiché è la prima cosa tendiamo a proteggere.

Così come la palpebra salvaguarda i nostri occhi, Dio ha cura di noi. Quando contempliamo il Signore, vediamo riflesso nei suoi occhi non più la persona che crediamo di essere o quella che siamo stati, ma il miracolo di ciò che possiamo diventare, l'ideale che Dio ha per noi. Siamo figli unici, desiderati e amati.

Fonte: Notizie Avventiste/Francesco Zenzale

Inviato da alex il

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