Leggiamo in Apocalisse 13 di due orribili bestie che salgono dal mare e dalla terra: «Poi vidi salir dal mare una bestia, che aveva dieci corna e sette teste; e in su le sue corna dieci diademi, e in su le sue teste un nome di bestemmia… Ed io vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu sanata; e tutta la terra si maravigliò dietro alla bestia…
Poi vidi un'altra bestia, che saliva dalla terra, ed avea due corna simili a quelle dell’Agnello, ma parlava come il dragone… Faceva ancora che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio in su la lor mano destra, o in su le lor fronti; e che niuno potesse comperare, o vendere, se non chi avesse il marchio, o il nome della bestia, o il numero del suo nome.
 
Qui è la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia; poiché è numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei» (Apoc.13:1-18; Diodati; Nuova D.; Nuova Riv.).
 
Si dice che uno studioso serio non perde tempo a parlare di questo numero; quasi fosse disonorevole. Di certo non è un argomento semplicistico, e sono state offerte molte soluzioni. Vediamo dove arriviamo noi.
 
La prima cosa da fare è di evitare un palese errore interpretativo: la Riveduta scrive la cifra in numeri arabi, cioè 666, come se fosse una serie di tre sei, piuttosto che come un numero di tre cifre («seicento-sessanta-sei»). Recentemente, questo ha portato ad una bufala colossale: un’interpretazione che va di moda è di equiparare il 666 con il «WWW» di internet (basandosi sull’equivalente ebraico della lettera «W» che è la sesta lettera dell’alfabeto).
 
Anche se la Riveduta scrive la cifra in numeri arabi, il manoscritto greco la riporta come «seicento sessanta sei». Non c’è l’associazione
visiva con tre sei (i numeri erano scritti con le lettere). Quindi, il primo passo da fare è capire che esso rappresenta un numero di tre cifre (600+60+6).
 
Detto questo, dobbiamo anche renderci conto che l’Apocalisse prendeva spunto anche dai fatti storici di quei tempi.
Questo è evidente perché l’Apocalisse è stato scritto innanzitutto alle chiese dell’Asia Minore del primo secolo, e quindi le cose scritte devono essere attinenti a quelle chiese.

Il numero del suo nome. Qualsiasi tentativo di capire questo numero al di fuori del suo contesto ebraico condurrà all’errore. Sia in ebraico che in greco ogni lettera dell'alfabeto corrisponde a un numero - le prime nove lettere corrispondono da 1 a 9, dalla 10^ alla 18^ corrispondono da 10 a 90; dalla 19^ alla 22^ corrispondono alle centinaia (da 100 a 400). Il numero di una parola o di un nome è la somma dei valori numerici delle sue lettere.

Questa tecnica interpretativa si chiama gematria (deriva dalla parola greca «geometria») ed è un sistema per capire il sod («segreto») di un testo presupponendo una relazione tra il significato della parola e il valore numerico delle sue lettere. Esempio: nella letteratura rabbinica, Dio a volte è chiamato Maqom (Luogo). Non si sa con precisione perché.
 
La Gematria lo spiega in questo modo: le lettere di YHWH, yod, he, waw e he, sono equivalenti a 10, 5, 6 e 5. La somma dei quadrati di questi quattro numeri è 186, che è lo stesso valore numerico di Maqom -- mem, kof, waw, mem (40+100+6+40).
 
Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d’uomo; e il suo numero è 666. Qui tutti si sono sbizzarriti a calcolare il nome. Chi è la bestia? Chi ha detto il papa (Martin Lutero), chi Napoleone, chi altri. Con i numeri ci si può fare un po’ di tutto, quindi dobbiamo rimanere vigili per non lasciarci ingannare.
 
Giovanni parla di sapienza ed intendimento per poter comprendere. Indicare un nome con un numero era un modo alquanto misterioso e occulto che esigeva intendimento e abilità speciali. [A Pompei, è stato trovato un graffito che diceva: «Amo colei il cui numero è 545»].
 
Giovanni associa intendimento e sapienza con il calcolo del numero della bestia. La sapienza (Chokmah) viene da Dio.
Salomone riceve la sapienza come dono di Dio. L’intendimento (Binah) però, porta il discorso verso l’uomo. Ci viene richiesto di capire per poter esprimere la sapienza. Sebbene Salomone aveva la sapienza, è caduto in peccato per la sua mancanza nel capire.
 
Quando Adamo ed Eva hanno mangiato dall’albero della conoscenza, essi si sono privati della sapienza e dell’intendimento. C’è bisogno di riparazione, che è avvenuta al Sinai con l’accettazione della Torah ed è continuata con l’accettazione del Cristo di Dio.

Possiamo fare un collegamento tra gli eventi del Giardino dell’Eden (il serpente che separa l’uomo da Dio) con quelli della fine dei giorni ai tempi della bestia/anticristo. Satana viene a finire quello che ha iniziato con Adamo. Coloro che accettano il suo numero si schierano dalla sua parte. Questo sarà è un peccato imperdonabile e lo stesso Giovanni in una sua lettera parla del peccato imperdonabile e qui nell’Apocalisse dice che questo peccato non sarà perdonato.
 
Forse oggi non abbiamo la sapienza che l’Apocalisse richiede, ma cerchiamo di studiare.
 
IL NUMERO "6"
I concetti associati al numero 6 sono fondamentali per capire questo versetto. L’insegnamento comune è che il numero 6 è «malvagio» perché è il «numero dell’uomo», mentre il numero 7 è buono perché è il numero di Dio. Ma qui tutto questo non c’entra niente.
«Sei» non è più o meno buono di «sette». Infatti, il numero sei è associato anche a Cristo, ed è per questo motivo che è collegato all’anticristo, che viene come il falso Cristo.
 
La terza lettera del nome YHWH (la waw) ha valore numerico sei, e rappresenta il completamento: il mondo è stato completato in sei giorni. Quando il popolo ha ricevuto la Torah, è stato censito, erano 600.000. La waw ha la forma di un gancio, ed infatti è la congiunzione, quindi ha in sé l’idea del collegamento: in particolare rappresenta il legame tra terra e cielo.
 
Quando si mette la WAW davanti ad un verbo nelle Scritture, essa cambia il tempo da passato a futuro o viceversa: YEDABER = «dirà», ma WAYEDABER = «disse». Con un falso Cristo nel mondo, è solo questione di tempo prima che arrivi il giudizio di Dio sul mondo. Ricordiamo che Satana vuole essere come Dio, e quindi cerca di essere la waw che unisce cielo e terra.
 
L’idolo di Nebucadnetsar è collegato con la Torre di Babele, che voleva unire la terra al cielo. Questo spiega perché quella statua aveva le dimensioni particolari di 6 per 60. L'aggiunta di 600 al numero della bestia può indicare la continuazione di questo malvagio disegno di sfidare il trono di Dio.

Il Numero totale: seicentosessantasei Il numero 666 è la somma dei numeri da 1 a 36 (che a sua volta è il quadrato di 6). C’è una tradizione ebraica che in ogni generazione, in tutto il mondo, ci sono 36 giusti, e da uno di loro, in qualunque momento può venire il Messia.
Due soluzioni storiche: la più popolare è quella di Cesare Nerone. Quando «Nerone» viene sillabato con la nun finale, il valore numerico di «Cesare Nerone» è 666. Nerone è un buon candidato per l’anticristo (C’è anche la leggenda di Nerone redivivo). Ma è più probabile che la figura storica che sta dietro questo numero è quella di Domiziano.
 
È stata trovata una moneta romana che portava l’iscrizione (qui traslitterata dal greco): «A KAI DOMET SEB GE», la quale sta per «AUTOKRATOR KAISAR DOMETIANOS SEBASTOS GERMANIKOS». Il valore numerico della forma abbreviata è 666. Il fatto che si basa su una moneta (commercio) concorda con il controllo esercitato dal regno
dell’anticristo in Apoc.13:17. In secondo luogo, l’Apocalisse parla della bestia che aveva dieci corna, e Domiziano era il decimo imperatore. L’Impero Romano era quello che causava la maggior parte dei dolori ai lettori dell’Apocalisse.

Viene indicata l’identità dell’anticristo (di quei tempi) e la forma della sua influenza.
Era una pratica comune nell'antichità marchiare la prima lettera del nome del proprietario su un animale, segnandolo osì come sua proprietà, e il significato economico del marchio della Bestia è secondario: chi appartiene alla bestia (viene trattato come bestiame) può vivere nella società, altrimenti no. A quei tempi aveva un significato anti-Romano.
 
Nel futuro, siccome l’anticristo si attribuirà delle prerogative divine, pretenderà per sé il culto e chiederà a tutti gli uomini di portare il suo segno (marchio). Questo marchio sarà i Tefillin del diavolo (Deut.6:8).
Il numero 6 caratterizzava gli antichi misteri. Il grande simbolo segreto consisteva di tre lettere SSS, perché la lettera S nell’alfabeto Greco era il simbolo del numero 6 (e di Isis). a = 1, b = 2, g = 3, d = 4, e = 5, ma quando arrivati a 6, fu introdotta un’altra lettera!
 
Non quella successiva – la sesta lettera (z, zeta) — ma una diversa, una forma particolare di S, chiamata “stigma” (V). La parola stigμa (stigma), significa marchio, ed in particolare un marchio a fuoco fatto sugli schiavi, bestie o soldati, dai loro proprietari o padroni; o sui fedeli che si marchiavano da soli in segno di appartenenza ai loro dèi. Viene da stizw, stizo, segnare, o marchiare con un ferro caldo. Da ciò esso venne ad essere usato per cicatrici o segni di ferite, ed è usato da Paolo per le sue ferite, che egli considerò come segni delle sue sofferenze, i segni che portò sul suo corpo per l’amore del suo Signore e Padrone, e che lo indicavano come appartenente all’unico che l’aveva comprato (Gal.6:17).

Il numero della bestia tradisce il suo carattere e la sua vocazione: 666. È «numero d’uomo», ci dice l'Apocalisse. La Bibbia associa il n.6 con l’essere umano, perché l’uomo è stato creato il sesto giorno. Il numero 6 simboleggia l'autosufficienza e l'orgoglio della persona che non ha bisogno di Dio. Ed è il numero chiave della costruzione della statua di Nebucadnetsar (Dan.3:1).
 
Sia il metallo che le misure della statua indicano una preoccupazione per l’unità. È completamente d’oro, in opposizione alla statua del sogno che era formata da numerosi metalli. Nebucadnetsar rappresenta sé stesso e rifiuta il concetto di differenza.
 
La statua è alta 60 cubiti. Dobbiamo capire questo numero alla luce del suo contesto culturale. Il sistema numerico Babilonese era sessagesimale (e non decimale). Di quel sistema Babilonese ancora ce ne serviamo per misurare il tempo e lo spazio: 60 minuti, 60 secondi, 360 gradi, ecc. La sproporzione tra i 60 cubiti d’altezza e i 6 di larghezza suggerisce una forma più ad obelisco che ad una statua vera e propria (vedi p.es., la madonna di Loreto). Il punto importante è che nel simbolismo numerico babilonese, il numero 60 rappresenta il concetto di unità. Nell'erigere la sua statua di 60 cubiti, Nebucadnetsar cerca essenzialmente di imporre la sua volontà: un solo regno, una sola religione.
 
Questo serviva per scongiurare il pericolo delle insurrezioni, ed il culto alla sua immagine assicurava la fedeltà dei suoi sottoposti. Questa è una politica molto intollerante: quando l’ideale e l’obiettivo è l’unità, tutti quelli che presentano una minima differenza sono sospettati e devono essere eliminati. Guai a chi non vuole essere messo dentro uno stampo!
 
L’intolleranza genera violenza (vedi Dan.3:6).
Nebucadnetsar l'ha costruita per promuovere l’unità dei popoli della terra (che facevano parte del suo impero) sostituendosi così all'autorità di Dio. La triplice ripetizione del numero 6 allude al desiderio della creatura di usurpare il posto di Dio. Infatti, il numero 3 è il numero di Dio. Ripetere tre volte il numero dell’uomo significa elevare l’uomo al livello di Dio, che è tre volte santo (Is.6:3; Apoc.4:8).
Sebbene il «marchio della bestia» abbia una connotazione negativa, la Bibbia ci dice che il «marchio/segno» quando è Dio a metterlo, serve da protezione (Gen.4:15; Ezech.9:4-6; Apoc.7:3; 9:4). Il Talmud associa la lettera Tau, l'ultima lettera dell'alfabeto ebraico, al sigillo Ezechiele. La lettera iniziale della Torah che è impressa su Israele. La Torah è considerata la protezione d’Israele, anche nell’Apocalisse (vedi Apoc.12:17; 14:12).

Ora, siccome l’anticristo viene chiamato «l’uomo del peccato» (2Tes.2:3), quindi completamente in opposizione ai comandamenti (Torah) di Dio, anch’egli mette un segno protettivo per la sua gente (imitando Dio in senso opposto).
La sua natura: è economica. Ha il potere di stabilire chi può comprare e vendere; ma ha anche potere politico perché può uccidere (v.15). È una superpotenza economica e politica.
 
Il suo tempo: avverrà dopo l’apparizione della prima bestia, ed in particolare dopo che la prima bestia si è ristabilita dalla sua ferita (v.12).
Il suo spazio: in contrasto con la bestia che sale dal mare, chi darà queste direttive è la bestia che sale dalla terra. La differenza, biblicamente, è notevole. Mentre il mare è simbolo di minaccia, la terra è simbolo di sicurezza. La parola ebraica erets (terra) indica il paese, la madreterra. Salendo dall’erets, la bestia si presenta in toni rassicuranti come un alleato.
Il suo carattere: l'aspetto della bestia conferma questa prima impressione: sembra innocua, somiglia ad un agnello (Apoc.13:11). La bestia che sale dal mare, oltre che terrificante è una bestia impura. La bestia della terra non incute timore ed è pura, anzi assomiglia a Gesù (Apoc.14:1).
 
Ma non dobbiamo lasciarci ingannare, l’agnello parla come un dragone, cioè c’è contraddizione con il suo aspetto.
Dietro la sua immagine innocente si nasconde un ben altro essere: ha una doppia natura.

Questa bestia interagisce sia con gli abitanti della terra che con la prima bestia. Seduce gli abitanti della terra con i suoi prodigi e con la sua potenza fa scendere del fuoco dal cielo. Questo ci ricorda Elia (1Re 18:17-39) e i due testimoni (Apoc.11:5); questa bestia viene giustamente chiamata «falso profeta».
 
Inviato da alex il

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