Un predicatore aveva parlato del Vangelo e della morte di Cristo per la salvezza dei peccatori. Ma aveva anche insistito sulla necessità di un vero pentimento davanti a Dio, di una confessione sincera dei propri peccati, quell'enorme peso che grava su ogni essere umano.

Fra gli uditori era presente un giovane il quale, nel bel mezzo della predica, si mise a gridare spavaldamente: "Lei parla del carico del peccato. Io non lo sento. Quanto pesa? Venti chili, cento chili?"

Il predicatore lo ascoltò e poi, nel silenzio generale, gli chiese: "Se tu posassi un carico di cento chili sul petto di un morto, questi lo sentirebbe?" No di certo - rispose il ragazzo divertito - poichè è morto. Come può un morto sentire i pesi?"

Il predicatore riprese: "Vedi, l'uomo che non sente il carico del propio peccato è morto moralmente. Dio dice che noi tutti siamo morti nelle nostre colpe e nei nostri peccati (Efesini 2:2). Morti per Dio in quanto peccatori, disinteressati dei suoi diritti e della sua volontà, colpevoli di aver trasgredito i suoi comandamenti. Ma se la coscienza ha ancora un pò di sensibilità, questa lontananza da Dio deve pesare. Deve pesare l'indifferenza verso i suoi insegnamenti, devono pesare gli atti malvagi verso i nostri simili, le disonestà, le infedeltà, i tradimenti. Quando tutto questo non pesa nemmeno più, allora la situazione è ancora più grave. La coscienza è indurita, e molto difficilmente il cuore si aprirà all'amore e al perdono di Dio".

Voi sentite il carico dei vostri peccati? Se non è così, dovreste preoccuparvi, riflettere sul vostro stato, esaminare se davvero la vostra coscienza non vi riprende più o se siete voi che vi ostinate a non darle ascolto.

Immaginate un uomo affetta da un male incurabile ma che non soffre. Dice al medico che si sente molto meglio, che non ha dolori, che certamente la sua salute è buona... Ma il medico scuote il capo. Egli sa, molto meglio del malato stesso, com'è la situazione. La malattia avanzerà pian piano e non ci sarà nulla da fare. Presto sarà la fine per lui.

Non è forse questo il quadro dello stato morale di tutti gli esseri umani? Il peccato è un male mortale, perchè il suo salario è la morte (Romani 6.23). Non vi sono medicine umane che possano guarire; ogni rimedio che l'uomo ha inventato non vale a nulla: non valgono a nulla le buone opere, ne alcuna idea religiosa o filosofica, ne l'osservanza stretta di riti o di cerimonie. Il male è dentro di noi perchè, diceva il Signore Gesù, "è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, cupidigie, malvagità, frode, sguardo invidioso, calunnia, superbia... Tutte queste cose cattive escono dal di dentro e contaminano l'uomo" (Marco 7:20-23).

Solo Dio può guarire questa malattia. E lo fa prima di tutto rendendoci consapevoli della nostra situazione, perchè nessun malato accetterà la cura se non sa di esserlo.
E dice:
"Non c'è alcun giusto, neppure uno... tutti hanno peccato" (Romani 3:10,23)
A questo punto, però, ci presenta l'opera che Lui ha fatto per noi:
"Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori" (1 Timoteo 1:15). "Cristo è morto per i nostri peccati" (2 Corinzi 15:3). "Per mezzo di Lui vi è annunziato il perdono dei peccati" (Atti 13:38)
"Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato" (Romani 10:13). Lettori, confessate i vostri peccati al Signore e accettate la salvezza come un dono della grazia di Dio e del suo amore infinito; avrete la vita eterna. Il sangue di Cristo vi lava da ogni peccato, e la fede vi farà entrare nel godimento eterno di tutte le promesse di Dio.

Fonte: Il Messaggero Cristiano (settembre 1995)

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