"Nei primi anni del nostro matrimonio non ho potuto conoscere molto bene mio marito. Si era trasferito con suo fratello nel mio villaggio da Betsàida, a est del lago, perché erano entrambi pescatori e qui nel vecchio villaggio di Naum la vendita era più facile. Infatti qui,a poca distanza,passa una strada importante, tant'è vero che i romani hanno creato anche una piccola dogana qui per poter tassare il commercio che vi passa.

Poco dopo l'arrivo di Simone a Capernaum, ci siamo conosciuti e presto ci siamo sposati. Ma poi mi sono accorta che la vita da pescatore non lascia molto tempo per condividere le cose della vita con altri. Quasi ogni sera Simone partiva con suo fratello per pescare,spesso rimanendo sul lago tutta la notte. Poi la mattina, dopo aver venduto ciò che aveva pescato, aveva bisogno di dormire. Nel pomeriggio c'era quasi sempre qualcosa da fare nel nostro orto; se no, gli piaceva parlare con il rabbino delle parole dei profeti e di ciò che stava succedendo intorno a noi. Quindi il tempo per conoscersi, fare passeggiate o giri in barca, era sempre poco. Del resto Simone non manifestava molto interesse in ciò che io facevo o pensavo. Mi parlava poco, a meno che non avessi bruciato il cibo! Una volta sono rimasta scioccata quando mi disse che uno dei rabbini più importanti di Gerusalemme andava dicendo che era possibile divorziare dalla propria moglie semplicemente perché brucia il cibo! Simone sembrava quasi contento di sapere che il matrimonio poteva non essere vincolante. Intanto però erano nati dei bambini e mia madre era venuta ad abitare con noi.

La vita andava avanti così, con gli impegni di tutti i giorni, impegni da donna, dentro casa, mentre Simone, oltre a pescare, frequentava la sinagoga e, ogni tanto, faceva viaggi in Giudea. Devo dire che non mi sentivo molto apprezzata; sembrava che per mio marito c'erano altre cose ben più importanti di me a cui pensare nella vita.

Dopo una delle sue visite in Giudea, Simone tornò con delle strane notizie. Disse che un certo Giovanni stava parlando alle folle vicino al fiume Giordano e che un sacco di gente andava ad ascoltarlo. Fra le altre cose, aveva annunciato la prossima comparsa del Messia che il mio popolo aspetta da tanti secoli. Il fratello di mio marito era già diventato un seguace di questo Giovanni e aveva conosciuto l'uomo che Giovanni aveva detto essere il Messia. Grazie a suo fratello,mio marito ebbe occasione di trascorrere alcune ore con l'uomo che Giovanni aveva identificato come il Messia. Simone era rimasto di stucco, e non poco confuso, quando questo Gesù aveva profetizzato che avrebbe avuto un nuovo nome, Cefa.

Vidi che mio marito era cambiato, ma in bene! Intanto era rimasto talmente entusiasta di Gesù che temevo di scendere ancor più nella scala delle cose importanti secondo mio marito. Poi un sabato questo Gesù venne al nostro villaggio e partecipò all'incontro della nostra sinagoga. Dopo il servizio disse di voler fare una visita a casa nostra. Proprio quel giorno mia madre aveva una febbre fortissima che la costringeva a rimanere a letto. Io rimasi sorpresa quando Gesù andò al suo letto e scoprii poiché Gesù era in grado di guarire i malati. Aveva semplicemente preso mia madre per la mano, facendola alzare dal letto, e la febbre l'aveva lasciata!

Questo bel gesto e manifestazione di potenza mi attrassero a Gesù.Per questo motivo fu meno difficile digerire il fatto che Gesù aveva invitato mio marito a seguirlo, come fanno i rabbini. Però questo significava lasciare il lavoro, almeno per un certo tempo, per seguire Gesù ovunque andasse. Iniziò così un altro periodo difficile per me, un periodo destinato ad andare avanti per circa tre anni! Avrei visto mio marito soltanto saltuariamente in quegli anni. Per il resto dovetti portare avanti tutte le cose di casa, aiutata naturalmente da mia madre che ora godeva di un'ottima salute.

Non vi faccio la storia di quegli anni. Vi dico soltanto che mio marito arrivò a riconoscere Gesù come il Messia, il Figlio di Dio, durante un ritiro a Cesarea Filippi, a nord di qui. Poi, dopo la fine drammatica della vita di Gesù (in realtà tutto era andato come Lui stesso aveva predetto), Pietro (ormai tutti lo chiamavano così), si trovò con un nuovo incaricò, quello di apostolo di Gesù!

Come apostolo sarebbe dovuto andare ovunque Gesù lo avesse mandato. Io non ero contraria a che lui accettasse questo impegno ma, nella pratica, un ruolo del genere avrebbe significato di nuovo che la nostra vita di coppia sarebbe stata quasi inesistente.

Per qualche anno, dopo l'ascensione di Gesù in cielo, Simone passò quasi tutto il suo tempo a Gerusalemme dove il numero dei discepoli cresceva a vista d'occhio. Non solo, Gesù mandò Simone in Samaria e poi a Cesarea a casa di un pagano che da anni era stato attratto alla nostra fede. Poi sentii che a Gerusalemme, grazie a Dio, la guida della chiesa era passata nelle mani di un gruppo di anziani,[1] il che mi fece sperare che finalmente Simone avrebbe potuto trascorrere più tempo a casa. Tanto c'era da predicare il vangelo anche qui in Galilea! Invece Erode lo chiuse in prigione, con minacce di morte, proprio a motivo della fedeltà a Gesù. Ma, altro colpo di scena, già prima che la notizia della sua incarcerazione a Gerusalemme mi giungesse, Simone era stato miracolosamente liberato!

Dopo questa liberazione, mio marito lasciò Gerusalemme e, prima di riprendere i propri viaggi, passò per casa. Questo ritorno a casa risultò uno dei momenti più belli della mia vita. Dopo tanti anni in cui, prima per il suo mestiere e poi per i suoi doveri nei confronti di Gesù, Simone era stato un marito e un padre più che altro assente, mi fece una proposta bellissima. Disse: "Cara moglie, come sai io sono stato chiamato da Gesù a essere uno dei suoi apostoli, per dedicarmi in particolare ai Giudei, anche a quelli che vivono nella Diaspora. Ma sono anche un marito. Gesù ci ha insegnato che il matrimonio, come Dio l'ha stabilito quando ha creato Adamo ed Eva, dura per tutta la vita e va vissuto seriamente.[2] Visto che tu condividi la mia fede e i nostri figli sono cresciuti, io desidererei che tu venissi con me ovunque vada. Così, finalmente, se sei d'accordo, potremmo avere una vera vita matrimoniale!" Simone continuò: "Se sei disposta a venire con me e sei pronta ad affrontare con me qualsiasi pericolo, voglio che viviamo il resto dei nostri giorni insieme come coppia, giorno per giorno." Fece una pausa e poi aggiunse: "Cosa ne pensi?"

Io dissi subito: "Voglio venire con te!" e ci abbracciammo come mai prima. Partimmo quasi subito per il primo viaggio insieme. Non fu una scelta facile per me, perché ero vissuta sempre in Galilea ma, grazie a Dio, avevamo avuto contatto con le dieci città greche che stanno a oriente del lago, vicino a dove Simone era cresciuto. Così anch'io parlavo un po' di greco, la lingua più parlata nella nostra parte del mondo e conoscevo pure qualcosa della cultura greco-romana, a motivo del viavai di persone che passavano per Capernaum.

Il fatto di poter affrontare la vita insieme tutti i giorni è stato bellissimo, anche se, essendo vissuti in ambiti diversi per diversi anni, abbiamo dovuto in un certo senso ripartire da zero. Abbiamo dovuto imparare a farci delle domande e ad ascoltarci con pazienza ogniqualvolta le nostre reazioni alle circostanze erano diverse, un po' perché lui è uomo e io sono donna, ma anche perché avevamo sviluppato delle abitudini diverse. Naturalmente affrontare la persecuzione non è stato facile, ma ci ha uniti profondamente nella vocazione a cui siamo stati chiamati. A questo proposito, ho saputo che un altro apostolo di Gesù, di nome
 

Paolo, che aveva scelto di non sposarsi per meglio compiere il suo apostolato, è rimasto un po' geloso di noi![3]

Uno dei compiti che il Signore ha affidato a Pietro (io continuo a chiamarlo "Simone"), è stato quello di scrivere delle lettere ai gruppi che abbiamo conosciuti nei nostri viaggi. A questo proposito è bello quello che ha scritto riguardo ai doveri delle mogli nei confronti dei mariti e quelli dei mariti nei confronti delle mogli.[4] È bello perché, da quando viviamo insieme la nostra vita di coppia, lui mi ha effettivamente trattato come esorta altri a fare. Sento che mi stima come una persona che ha lo stesso valore che ha lui davanti a Dio (non era così nei primi anni del nostro matrimonio!).

 Simone ama chiamarmi il suo "consocio della grazia". Inoltre fa di tutto per conoscere e rispettare il mio punto di vista femminile sulle cose e mi tratta con tenerezza. Anch'io ha imparato ad apprezzare il punto di vista maschile sulle cose e ad apprezzare il suo ruolo di capo affidatogli da Dio. Che bello conoscersi così! Il piano di Dio per la vita coniugale è davvero perfetto.

Ora la mia vita è molto meno prevedibile e calma di una volta. Può succedere di tutto. Però sono molto più contenta. Stiamo affrontando tutto insieme e quando preghiamo sentiamo veramente la presenza del Signore. Io spero che le parole scritte da Pietro, sia sul ruolo delle mogli sia sul ruolo dei mariti, possano aiutare molte coppie a cambiare in meglio, come la pratica di questi principi ha cambiato in meglio il nostro matrimonio."

La moglie di Simon Pietro



[1]1 Corinzi 9:5.

[2]1 Pietro 3:1-7.

[3] Si veda Atti 11:30.

[4]Matteo 19:1-6.


(scritto per delega da Rinaldo Diprose)

 

Inviato da alex il

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