Mi chiamo Giuseppe Carbone ho 49 anni, sono nato a Reggio Calabria. Sono sposato ed ho quattro figli. Faccio parte del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dal 2005 ,e presto servizio a Venezia, dove vivo con la mia famiglia.

Dal 1996 frequento la Chiesa della Riconciliazione, di cui sono un diacono. Ho sempre avuto il desiderio e il privilegio di portare la buona novella alle persone “non credenti”, appena mi si presenta l’occasione.

Dio ci ha dato una missione, che è quella di predicare l’ Evangelo e cioè che Gesù si è dato per noi, morendo e risuscitando affinché se lo riceviamo nella nostra vita possiamo essere salvati per Grazia.

Personalmente ho sempre cercato dei credenti come me tra i Vigili del Fuoco, e sono stato entusiasta quando da poco ho scoperto che alcuni colleghi cristiani avevano creato un gruppo whatsapp di Vigili del Fuoco Cristiani.

Il 29 luglio è stata organizzata una conferenza on-line tra vari fratelli cristiani: Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine, Militari, Croce Rossa e Gedeoni, il cui tema era: “IL VANGELO NELLE CASERME”.

Per quanto mi riguarda è stato di incoraggiamento sapere che ci sono altri fratelli che vivono la mia stessa realtà all’interno delle caserme, dove non sempre è facile parlare di DIO.

Premesso che un cristiano non è chi frequenta solo una chiesa, ma chi assomiglia e vive ogni giorno come Cristo, così noi Vigili del Fuoco Cristiani possiamo e dobbiamo fare la differenza nelle nostre caserme con i colleghi e nella vita di tutti i giorni, seguendo l’esempio di Gesù che: 1) pregava 2) dava una buona testimonianza 3) predicava la parola.

• Pregare:

Credo che la cosa primaria da fare sia pregare per le persone, per i colleghi, ecc.

L’apostolo Paolo diceva: “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini”.

E’ Dio che tocca e trasforma i cuori delle persone anche attraverso la nostra intercessione sincera. Dio può fare cose straordinarie e impensabili quando meno ce lo aspettiamo.

2. Buona testimonianza:

Gesù dava una buona testimonianza alle persone: faceva del bene, perdonava, era misericordioso, incoraggiava, si immedesimava nei bisogni altrui... Gesù dedicava del tempo alle singole persone, Lui portava luce, Lui era la luce. Anche noi, perciò, dobbiamo essere e fare luce. Gesù incoraggiava i suoi discepoli dicendo: “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli”.

Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani. Notiamo che gli altri chiamarono i discepoli di Cristo cristiani, perché vedevano che si comportavano come Cristo.

E’ importante essere un buon esempio in quello che siamo e facciamo, più che in quello che diciamo. La gente non sempre è propensa ad ascoltare, ma osserva più come ci comportiamo, perciò possibilmente dobbiamo essere coerenti. I fatti parlano molto di più delle parole.

Solo così gli altri saranno più propensi ad ascoltare quando parliamo dell’amore di Dio.

Se diciamo, ma non siamo e facciamo, rischiamo come è scritto che a causa nostra il nome di Dio venga bestemmiato.

E’ vero che siamo imperfetti, che sbagliamo e , che spesso emerge il nostro lato umano, ma non scoraggiamoci, siamo in cammino per essere sempre più simili a Cristo.

Dio inoltre chiama tutti i cristiani ad essere uno, affinché il mondo creda.

Uno significa amore, accettazione, accoglienza, condivisione… Sappiamo che nessuno ha la verità assoluta, ma tutti abbiamo doni diversi ed abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Come facciamo a parlare di amore se tra di noi ci sono divisione, conflitti, rancori? Inoltre se siamo uniti per uno stesso obbiettivo, riusciremo nell’intento.

3. Evangelizzare:

Dobbiamo adempiere la missione affidataci che è quella di predicare l’evangelo della salvezza per grazia, in qualsiasi modo.

Per esperienza personale, credo che la migliore evangelizzazione sia a tu per tu, dove ci si può conoscere ed instaurare un rapporto di amicizia e fiducia; dove possiamo ascoltare e soddisfare i bisogni dell’altro, dove possiamo anche noi essere luce.

E’ importante soprattutto stare in ascolto e lasciarci guidare dallo Spirito Santo che ci fa sentire la cosa giusta da dire e quando parlare agli altri.

Se noi adempiamo questi tre punti, vedremo cose straordinarie e inaspettate.

Ultimamente mi è successa una cosa inaspettata. Un collega che sembrava lontano da Dio, che sembrava non avesse nessuna considerazione di me, mi ha chiesto se potessi io celebrare il suo 25° anniversario di matrimonio, portando anche una riflessione sulla parola. Questo collega mi ha detto: “preferisco che sia tu a celebrare il mio anniversario piuttosto che un prete che non conosco, perché so che tu sei una brava persona, una persona coerente, che ama Dio...” (La gente osserva il nostro comportamento). Mi ha fatto piacere perché in quella occasione ho potuto parlare di Dio a parecchi colleghi e non solo. Sono consapevole che non è per i nostri meriti, ma è per la grazia di Dio, che attraverso di noi può fare cose impensabili.

Perciò la mia considerazione è che non sia a caso che siamo Vigili del Fuoco in una caserma piuttosto che in un’altra. E’ Dio che ci ha messo lì dove siamo, primariamente per formare noi nella pazienza, nell’amore e anche per essere luce.

Inoltre ,quindi come Vigili del Fuoco cristiani abbiamo il dovere e il privilegio di:

• Intercedere per i colleghi

• Essere una buona testimonianza

• Predicare l’evangelo nelle caserme

Giuseppe Carbone

Firefighters for Christ Italia

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