In che senso possiamo definire la Teologia pratica una materia interdisciplinare?
Credo che prima di poter rispondere a questa domanda corre l’obbligo accreditare una piccola premessa  introduttiva: Che cos’è la Teologia?  La teologia è una scienza che studia la natura di Dio, essa lo è,  quanto chi  la pratica fa uso del proprio senso critico e di procedure intellettuali comuni nel lavoro scientifico, ma essa differisce radicalmente dalle scienze naturali e sociali, dal momento che l'oggetto della sua indagine non può essere sottoposto a controllo sperimentale, questo modo di fare Teologia non può sicuramente inserirsi come una Teologia Pratica ma troverebbe sicuramente la sua teoria come Teologia del pensiero, Teologia dialettica o omiletica. 
 
Per  Teologia pratica invece si intende una nuova elaborazione della disciplina che vede il suo  innesco nella pratica delle diverse discipline, essa quindi  non può identificarsi e racchiudersi nella scienza  di  una   materia,  ma per raggiungere la sua pienezza, deve essere accostata con altre discipline specialmente di natura umanistica, ma non per renderla più vasta nel suo contenuto, ma bensì più efficace nel concetto della sua praticità, intesa nel senso come relazione d’aiuto nella realtà del bisogno.
 
Per meglio approfondirne il senso, e mio desiderio narrare qui anche il mio pensiero, non solo quello dei Grandi Teologi come Karl Barth  che nella sua teologia della crisi, si incentra sull'assoluta trascendenza divina e sulla possibilità per l'uomo di conoscere Dio unicamente attraverso la rivelazione o  di Federico Ernesto Daniele Schleiermacher il quale definisce la Teologia una scienza positiva per la soluzione di un compito pratico. 
 
Io nel mio modesto compito di studente  non mi sforzo affatto di riflettere e pensare anche a questa domanda, se lo studio della Teologia fosse limitato  soltanto alla conoscenza di Dio,  una volta istruita tale conoscenza ci si chiederebbe “a cosa servirebbe la Teologia?”  o meglio, “a cosa serve lo studio di tale scienza  una volta esaudita la conoscenza  della  natura di Dio? ” Ora credo che non ci possa  essere una sola  risposta assai conclusiva a queste domande,  poichè  qui si aprirebbe un dialogo che non potrebbe neanche  essere per nulla definitivo nella sua conclusione ammesso che questa ci sarebbe, ma sicuramente la teoria porterebbe ad una  essenziale scoperta:   Dio e amore! 
 
Ecco cosa scoprirebbe un Teologo,  e questo amore, poi  come si manifesta? come accudisce Dio il suo creato? Ora la risposta sarebbe: Dio accudisce semplicemente con la pratica del suo sapere. Infatti se noi apriamo il libro della Genesi al primo capitolo è scritto: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra.” Quindi possiamo affermare  che prima che la storia di Dio e del suo popolo fosse ancora scritta  Dio  prepara una terra al suo popolo,  Dio quindi crea,  Egli   si manifesta nell’azione del  fare con  un atto pratico “Creare”  qui possiamo  definire che  la scienza di Dio, non rimane solo teoria ma diventa pratica, Egli mette in pratica la Sua conoscenza.
 
Se noi riflettiamo e ci spingiamo oltre possiamo anche   intuire perché poi questa  Teologia, ha bisogno di relazionarsi con altre materie fino a considerarsi interdisciplinare,  questo amore abbraccia l’intera umanità in un campo di azione assai vasto e   per coglierne pienamente  il senso dobbiamo incominciare ad analizzare quanto è grande il mondo, con le sue culture,  i suoi  eventi e i suoi  bisogni,  così coinvolgendo tutti questi elementi  essa diventa materia  di confronto interdisciplinare, idea di trasformazione,  relazione di aiuto della nostra società,  un continuo interrogarsi, un continuo  fiorire di conclusioni e di risposte, dove l ’asse perfetto risulterebbe il rapporto che vede al centro "Dio e la sua creatura", dove tutti e due rimangono  coinvolti,  la creatura dal canto suo si evolve e muta poiché nel guardare il proprio stato di bisogno studia nella sua mente la soluzione, mentre Dio creatore osserva i bisogni del suo creato e interviene sanando le lacune  agendo, anche sulla  nostra coscienza, tutto questo passa per il nostro intelletto, ma poi deve essere organizzato, o meglio non può rimanere solo teoria, la chiesa dal canto suo deve assumere quindi un atteggiamento di Teologia pratica, dinamica, utilizzando un linguaggio scientifico che vede coinvolte molte materie di studio e di analisi,  dove la possibilità è quella di interagire con vari strumenti, facendoli confluire in una sola materia  “Teologia pratica  interdisciplinare”  questo nuovo metodo di fare Teologia  vede la sua realizzazione non nell’atteggiamento del non fare, quindi della sola teoria, ma del fare, del risolvere, nel creare ampi scenari di soluzioni sistematiche,  concludendo possiamo affermare  come già credette bene di approfondire il grande Schleiermacher, "la teologia pratica è quindi soltanto per coloro che l’interesse ecclesiastico e lo spirito scientifico sono uniti."  

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