Giunsero a Betsaida; fu condotto a Gesù un cieco, e lo pregarono che lo toccasse. Egli, preso il cieco per la mano, lo condusse fuori dal villaggio; gli sputò sugli occhi, pose le mani su di lui, e gli domandò: ‘Vedi qualche cosa?'. Egli aprì gli occhi e disse: ‘Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano'. Poi Gesù gli mise di nuovo le mani sugli occhi; ed egli guardò e fu guarito e vedeva ogni cosa chiaramente" (Marco 8:22-25).

Dopo la prima imposizione delle mani, il cieco, in un primo momento, intravede solo qualcosa d'impreciso: è a metà strada tra l'ombra e la luce, e scambia gli uomini per alberi che camminano (v.24). Ed è a questo punto, per la prima volta, che Gesù pone la domanda, al miracolato, sull'esito del miracolo stesso: "Vedi qualcosa?".

Questa domanda è rivolta da Gesù anche al singolo credente e alla comunità, perché esamini bene se stessa (1 Corinzi 11:28), per capire se sa discernere realmente il Cristo nell'altro (Matteo 25:31ss). "Scorgo gli uomini, perché li vedo come alberi che camminano". La risposta del cieco mostra quanto ancora si è lontani dall'altro e da Gesù, e pertanto è necessario un successivo intervento perché la comunità, come il cieco, veda chiaramente. Dobbiamo riconoscere col cieco che, pur avendo una certa fede, non riusciamo a darle un contenuto visibile ben preciso: non riusciamo a vedere Gesù come Colui che è ogni giorno accanto a noi nell'altro e in noi. Spesso non vediamo proprio nulla, come il cieco che viene condotto da Gesù.

La nostra fede è ancora tanto confusa da scambiare gli uomini per alberi e ci impedisce da una parte di avere una serena e profonda esperienza con Gesù, dall'altra, per consequenzialità, di vedere l'altro nella dignità di figlio di Dio: lo vediamo come se fosse una cosa, un oggetto.

Una delle caratteristiche più appariscenti della nostra società è questa ‘cosificazione' degli uomini. Tale parola difficile ha un significato molto semplice: vuol dire appunto che noi consideriamo gli uomini come delle ‘cose', e disponiamo e ci serviamo di loro, strumentalizzandoli per i nostri fini. Così li manipoliamo, li dominiamo e li asserviamo a noi; e siamo incapaci di amarli, di considerarli come fratelli e di spezzare con loro il pane dei figli, che Dio ci ha dato in Gesù" (Una comunità legge l'evangelo di Marco, p.267).

Quale visione abbiamo di Cristo, di noi stessi e degli altri? Forse abbiamo bisogno che il Signore ci tocchi ancora una volta per poter vedere chiaramente dentro di noi e intorno a noi!

Guarire un cieco è il più bello dei miracoli, perché indica la meravigliosa speranza offerta da Gesù nel guarire la durezza del nostro cuore."Figliol mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie" (Proverbi 23:26).

alex

Conosci qualcuno che è nato cieco? Siamo noi vedenti neanche lontanamente in grado di capire come un cieco s’immagina il mondo?

Com’è non aver mai visto un albero, mai aver osservato un uccello che vola? Chi è in grado di descrivere a un uomo nato cieco cos’è un massiccio di montagna? Come vuoi spiegargli il sole, le nuvole, le stelle o il vasto orizzonte?

Per il cieco il mondo rimane immerso nelle tenebre. Perché? Gli manca l’organo importante che fa la nostra vita degna di essere vissuta e la valorizza, cioè la facoltà visiva.

Nel nono capitolo del Vangelo di Giovanni leggiamo che Gesù donò la vista ad un uomo nato cieco.

È notevole che non fosse il cieco a recarsi da Gesù per chiedergli di guarirlo, ma «Gesù passando vide un uomo che era cieco fin dalla nascita».

Per quale ragione quest’occorrenza è attuale anche per noi?

Perché racconta la nostra storia!

Nonostante che siamo capaci di vedere e possiamo riconoscere chiaramente ciò che passa intorno a noi, siamo ciechi, dalla nascita.

Un giorno un uomo molto rispettabile si avvicinò a Gesù per fargli una domanda: «Maestro, noi sappiamo che Tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che Tu fai, se Dio non è con Lui». Gesù rispose in modo chiaro e in equivoco: «In verità, in verità Io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il Regno di Dio» (Giovanni 3:3).

Per vivere nel Regno di Dio e per aver la facoltà di riconoscere la Sua gloria dobbiamo essere nati di nuovo, ricevere una vita nuova. Una vita, che solo Dio può dare. Senza questa vita siamo ciechi per tutto ciò che appartiene al Regno di Dio... non abbiamo la facoltà di riconoscerlo.

Ci manca l’organo dei sensi necessario.

Gesù tuttavia venne su questa terra proprio per questa ragione e per aprirci gli occhi alla realtà del Regno di Dio. Per questa ragione disse all’inizio del Suo ministero: «Lo Spirito del Signore è su di Me: mi ha consacrato ...; mi ha mandato ad annunciare... il recupero della vista ai ciechi...» (Luca 4:18).

Un uomo che non sa né da dove viene, né perché esiste e né dove sta andando, è cieco.

Chi non riconosce che le sue colpe lo separano da Dio è pure cieco.

Gesù però venne per togliere la nostra colpa. Soffrì a causa del nostro peccato e si addossò la nostra punizione sulla croce del Golgota. Per causa nostra fu giudicato e affrontò la morte, affinché Dio, il Padre, possa perdonarci e donarci una nuova vita, vita eterna (Giovanni 3:16). Chi non Lo riconosce, è cieco.

«E Gesù passando vide un uomo che era cieco fin dalla nascita».

Noi non avevamo occhi per LUI. Era Lui dunque che vide noi, i nati ciechi. Venne da noi per aprirci gli occhi affinché riconosciamo Colui che è meraviglioso. Per questa ragione disse: «...mi vedrete, perché Io vivo e voi vivrete» (Giovanni 14:19).

Come diventiamo vedenti?

Diventiamo vedenti chiedendo Gesù di aprirci gli occhi.

Il mendicante cieco Bartimeo, che era seduto lungo la strada di Gerico e sentì che Gesù stava passando, è il nostro esempio. Cominciò a gridare chiamando: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!» (Marco 10:47)

Molti sgridavano il mendicante per farlo tacere.

Si sentivano infastiditi dalle sue grida.

Si sentivano imbarazzati.

Forse anche noi siamo dell’opinione che questioni di religione non dovrebbero essere discusse in pubblico e che si tratta di una cosa strettamente privata.

Ma come può un cieco tacere quando all’improvviso scopre la possibilità di poter diventar vedente?

«Gesù, abbi pietà di me

In questo modo diventiamo vedenti! Dobbiamo credere alle parole di Gesù e chiamare il Suo Nome perché Egli ha promesso: «Io son la luce del mondo; chi Mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8:12).

Gesù rivolse la seguente domanda al mendicante cieco Bartimeo: «Che vuoi tu ch’Io ti faccia?» Senza esitazione egli rispose: «Rabbuni (mio Signore, mio maestro, mio insegnante), ch’io ricuperi la vista


Signor Gesù, voglio diventare vedente ! Aprimi gli occhi interiori del mio cuore affinché possa riconoscere chi Tu sei e che cosa tu hai fatto per me. Voglio vedere la Tua gloria. Perdonami tutte le mie colpe. Ti ringrazio che sei morto per me. Ti ringrazio che mi hai già visto ancora prima che io avessi avuto gli occhi per vederti, Ti ringrazio per il Tuo grande Amore con il quale mi ami, Apro il mio cuore e ti prego di abitarci. Credo che Tu sia il Salvatore del mondo il mio redentore, il Signore e il mio Dio. Tu sei la luce della vita. Tu sei venuto per toglier la mia cecità.


Grazie a questa confessione un uomo diventa vedente. 

Jürgen Gewehr

Tratto da: «L’Araldo Della Sua Venuta»  novembre/dicembre 2009 www.herold.scriftenmission.de

Inviato da alex il

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