Era un periodo nero per Neil Pasricha: a trent'anni, improvvisamente, si trovava ad affrontare un divorzio, vivere problemi sul posto di lavoro, scoprire un amico seriamente malato.

Le disgrazie non vengono mai da sole, e sembravano addensarsi sulla sua testa con una intensità pericolosa. E poi si sa: i fatti condizionano la nostra percezione, e rischiano di portarci in un circolo vizioso di pessimismo e autocommiserazione.
Per salvarsi da una imminente depressione, Neil decide di reagire e riscoprire, anche in mezzo alle disgrazie, la bellezza della vita. Lo fa partendo dal basso, dalle piccole cose, con un diario online dove raccontare le piccole meraviglie quotidiane che troviamo sulla nostra strada ma talvolta nemmeno vediamo, presi come siamo dietro ai nostri problemi. D'altronde, come diceva Checov, "La felicità è come la salute: quando la possiedi, non te ne accorgi".

La sua idea, banale e nemmeno originalissima, fa il giro del web: il suo blog riceve 50 mila visite al giorno, i giornali si interessano a lui, case editrici hanno già comprato i diritti del libro che, prima o poi, scriverà raccontando questa sua esperienza.

A quanto pare, piace l'esperienza di un uomo disperato che, anziché piangersi addosso, si impone di riscoprire ogni giorno un dettaglio positivo, una piccola soddisfazione, e racconta a sé e al mondo il piacere di "una nevicata inaspettata… prendere una fila di semafori verdi… sorridere a uno sconosciuto in autobus e ricevere un sorriso in risposta… avere il cambio esatto di monetine di un cappuccino al bar…", e così via.

Tanti piccoli dettagli, apparentemente insignificanti, che però possono riempire la vita. Soprattutto, possono renderci grati per ciò che abbiamo e nemmeno sappiamo di avere.

Forse qualcuno vedrà queste considerazioni troppo leggere per un cristiano: il cristiano conosce Dio, ha già uno scopo nella vita, non deve (o non dovrebbe) deprimersi di fronte alle avversità.

Eppure, al di là delle dichiarazioni di principio e al di fuori delle occasioni comandate, è raro sentir un credente ammettere di essere felice. O sereno. O soddisfatto.

E allora, forse, dovremmo tutti – credenti e non – ripartire da quella gratitudine per le piccole cose che ha "salvato" Neil; dovremmo riprendere la lettura della nostra vita da quei dettagli che, naturalmente, vengono eclissati dalla meraviglia della Salvezza eterna, ma che ritrovano il loro significato appena ci riaffacciamo alla vita di ogni giorno.

Basterebbe riconoscerli, questi dettagli, e riconoscerli come frutti dell'amore di Dio, per cambiare la nostra prospettiva sulla quotidianità e, magari, per illuminare, insaporire, arricchire, rasserenare un'esistenza spesso troppo tesa.

biblicamente - uno sguardo cristiano sull'attualità
Inviato da alex il

CONDIVIDI...

  facebook icona twitter icona whatapps icona