Giovanni 4:11 - Non diminuiamo la potenza di Gesù - Oswald Chambers

"Donde hai dunque cotest' acqua viva?" Giovanni 4:11  - "il pozzo è profondo" diceva la donna Samaritana; infatti lo è, e molto più di quello che lei s'immaginasse. Pensa alle profondità della natura umana, o della vita umana, pensa alla profondità dei "pozzi" che stanno dento di te.Hai frse agito da limitare il ministero di Gesù, così che Egli non ha potuto fare nulla? Supponi che nel tuo cuore ci sia un pozzo di profonda miseria e che Gesù venga e dica: "Il vostro cuore non sia turbato" e che tu scrolli le spalle e di rimando dica: "Ma signore, il pozzo è profondo, non puoi attingerne pace e conforto!" Infatti Egli non ve li attingerà, ma ve li immetterà dall' alto; Gesù non trae nella dalle profondità della natura umana.

Isaia 6:8 - La voce della natura di Dio - Oswald Chambers

"Udii la voce del signore che diceva: "chi manderò?" Isaia 6:8. - Quando parliamo della chiamata di Dio, siamo propensi a dimenticarci di un dato molto importante: la natura di colui che ci chiama. Vi sono diversi richiami: quello del mare, quello delle montagne o dei grandi ghiacciai; ma pochi sono coloro che li odono. Il richiamo è l' espressione della natura da dove esso proviene, e lo si può intendere solo se vi è una natura corrispondente. Il richiamo di Dio è l' espressione della natura di Dio, non della nostra; ma in esso vi sono accenti provvidenzialmente all'opera per noi, che noi soli riconosciamo. Sono accenti della voce di Dio rivolti a noi personalmente, in qualche circostanza particolare per la quale è inutile chiedere consiglio agli altri. Allora si stabilisce tra la nostra anima e Dio una profonda comunione che noi dobbiamo mantenere.

Giovanni 13:37 - Perché non posso seguirti ora? - Oswald Chambers

"Pietro gli disse: Signore, perché non posso seguirti ora?" Giovanni 13:37. - Ci sono momenti in cui ci sfugge la ragione per cui non possiamo fare ciò che vorremmo. Quando Dio ti mette davanti ad un periodo di tempo che è come una pausa, uno spazio vuoto, non cercare di riempirlo, ma aspetta.Questo spazio vuoto, questa pausa può esserti data per insegnarti che cosa significhi la santificazione, oppure può seguire alla santificazione per insegnarti che cosa significhi il servizio. Non cercare di precedere l' Iddio che di guida. Se hai un dubbio, anche minimo, allora sei in una fase di transizione in cui Egli non sta guidandoti: finché c'è un dubbio non agire.

La veglia del missionario

«Vegliate meco» (Matteo 26:38)
"Vegliate con Me", esclusivamente con Me, senza la compagnia di nessun vostro punto di vista particolare.

Agli inizi della nostra vita cristiana noi non vegliamo con Gesù, ma per Gesù.
Non vegliamo con Lui quando la Bibbia ci espone la rivelazione, o nel mezzo delle circostanze della vita.

Il Signore cerca di portarci all'identificazione con Lui in un Getsemani particolare, ma noi non siamo disposti ad andare e diciamo: "No, Signore, non ne vedo la ragione, è troppo difficile".

Come possiamo vegliare con Qualcuno che è imperscrutabile?
Come possiamo capire Gesù tanto da vegliare con Lui nel Suo Getsemani, se non comprendiamo nemmeno la ragione delle Sue sofferenze?

Non sappiamo vegliare con Lui perchè siamo abituati a pensare che è Lui a vegliare con noi.
I discepoli amavano Gesù entro i limiti delle loro capacità naturali, ma non comprendevano quale scopo perseguisse.

Interesse o identificazione?

Sono stato crocifisso con Cristo (Galati 2:20)

E' assolutamente indispensabile per la mia vita spirituale che io firmi il decreto di morte per l'inclinazione al peccato che è in me, e che sottoponga le mie impressioni emotive e le mie convinzioni intellettuali al verdetto morale di condanna dell'inclinazione al peccato, in altre parole a quel verdetto che condanna la mia pretesa di avere dei diritti su me stesso.

Paolo dice: "Sono stato crocifisso con Cristo".

Non dice: "Ho deciso di imitare Gesù Cristo", o "Mi sforzerò di seguirLo", ma: "Io sono stato identificato con Lui nella Sua morte".

Quando arrivo a questa decisione morale e agisco di conseguenza, allora tutto ciò che Gesù ha compiuto per me sulla Croce, è compiuto in me.

L'impegno per l'altissimo

Queste meditazioni giornaliere sono state scelte e tratte da varie fonti della grande attività di predicatore e leader cristiano di Oswald Chambers (1874-1917). Queste meditazioni hanno segnato indelebilmente la spiritualità cristiana del ‘900. Le meditazioni sono tratte dalle lezioni impartite al Bible Training College di Clapham negli anni 1911-1915, dalle meditazioni serali tenute dall’ottobre 1915 al novembre 1917 presso l’Y.M.C.A.

Sai scendere dal monte? - Oswald Chambers

Mentre avete la luce, credete nella luce. Giovanni 12:36 - Noi tutti abbiamo dei momenti in cui ci sentiamo trasportati in alto, e allora diciamo: "Mi sento pronto a fare qualsiasi cosa. Oh, potessi sentirmi sempre così!" Ebbene, ciò non è affatto previsto. Quei momenti sono sprazzi di luce ai quali ci dobbiamo ispirare anche quando non ci sentiamo più in quelle condizioni. Molti di noi non sono in grado di affrontare il mondo di tutti i giorni se non hanno il sostegno di quelle ore speciali.

Non giudicare - Oswald Chambers

Mt 7:1 «Non giudicate, affinché non siate giudicati. - Riguardo al giudicare, Gesù dice: "No". Eppure il cristiano medio è l'individuo maggiormente dotato di un acuto senso critico, e d'altronde la critica fa parte delle normali facoltà dell'uomo. Ma nel campo spirituale, con la critica non si costruisce nulla; essa produce solo una lacerazione nelle energie di chi la subisce. Non vi è che lo Spirito Santo a trovarsi nella giusta posizione per esercitarla, perché Egli solo può segnalare il male senza offenderè e ferire. È impossibile stabilire la comunione con Dio quando si ha uno spirito di critica, perché essa indurisce l'animo, rende vendicativi e crudeli, e fa credere a chi se ne serve di essere una creatura superiore.
Gesù ci insegna che, come discepoli, dobbiamo esercitarci ad avere un carattere in cui la critica non abbia posto. A questo non si arriva una volta per tutte. Bisogna innanzi tutto diffidare di quello che potrebbe portarci a considerarci migliori e al di sopra degli altri.

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